CRONACA

Il batterio che controlla la mente umana

NOTIZIE – Fate attenzione a quel collega vicino di scrivania, sì quello che si comporta in maniera strana. Potrebbe essere sotto controllo dei batteri che popolano il suo intestino. E anche voi. Anche se sembra la trama di un film di fantascienza anni ‘50, questo è lo strabiliante risultato della ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Scences, da Sven Pettersson del Karolinska Institutet di Stoccolma. È noto ormai da qualche anno che il microbioma, cioè l’insieme di esseri viventi che popolano il nostro organismo, può avere un effetto sulla nostra fisiologia, andando ad influenzare per esempio le allergie o la tendenza all’obesità. Che però i batteri della nostra flora intestinale possano avere un effetto sulla psiche, è una vera novità.

Il primo sospetto Petterson lo ha  avuto 5 anni fa, mentre studiando l’espressione genica dei batteri nell’intestino (insieme a Shugui Wang, del Genome Institute a Singapore) ha notato che i batteri in questione erano in grado di influenzare la produzione della serotonina, un ormone. Nella nuova serie di esperimenti condotti insieme a Rochellys Diaz Heijtz (sempre del Karolinska Institutet) è stato confrontato il comportamento di topi con la flora batterica intatta e quello di topi cresciuti in ambiente sterile. In più, i due scienziati hanno monitorato l’espressione genica nel cervello dei due gruppi di topi, allo scopo di rilevare eventuali differenze.

Differenze che sono apparse evidenti: i topi “germ free” si sono dimostrati (nelle loro gabbietta) meno soggetti ad ansia e più attivi dal punto di vista motorio. Per esempio gli scienziati hanno notato che i topolini normali quando vengono messi in un gabbietta con zone di luce e di ombra tendono ad acquattarsi negli angoli bui. I topi sterili invece negli esperimenti tendevano a stare in piena luce.

Anche dal punto di vista chimico, il cervello dei topi sterili si è dimostrato diverso. Per esempio le sostanze chimiche associate all’ansia come la noradrenalina e la dopamina, venivano smaltite più velocemente che negli altri topi. Sono state inoltre osservate differenze fra i due gruppi nell’espressione di molti geni.

Secondo gli autori i risultati “suggeriscono che il processo di colonizzazione microbica inizia un meccanismo di segnali che influiscono su circuiti neuronali implicati nel controllo motorio e nell’ansia.”

Caspita. Non è mica una sciocchezza affermare una cosa del genere: chi ci “popola” è in grado in qualche modo di alterare il nostro stato psichico (“controllare” mi pare un po’ forte come espressione). Se la scoperta fosse confermata, bisognerà a questo punto chiedersi il motivo di questa influenza: è un prodotto secondario di altri processi fisiologici o un deliberato tentativo sabotaggio? Se venisse provata la seconda ipotesi, allora la domanda sorge spontanea: “cosa ne viene ai batteri a renderci più ansiosi e irrequieti?” O ancora: “cosa ne viene a noi a diventare ansiosi e irrequieti se abbiamo in pancia questi batteri?”

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.