CRONACA

Back to the future. Fine della storia

Una nuova interpretazione teorica risolverebbe il famoso paradosso insito nella relatività che permetterebbe a un nipote di tornare nel passato e uccidere suo nonno.

NOTIZIE – Non si tratta solo di fantascienza. La relatività generale ammette la possibilità di curve temporali chiuse, chiamate CTC, cioè dei percorsi nello spaziotempo che permettono di tornare indietro nel passato. Una particella che viaggia su una traiettoria CTC può interagire con sé stessa nel passato. Da questa possibilità discende il famoso paradosso del nonno: se una persona tornasse indietro nel passato potrebbe uccidere i suoi antenati, impedendo così la sua stessa nascita. E non essendo nata non potrebbe nemmeno uccidere nessuno.

Ci sono molte interpretazioni fisiche di questo paradosso e molti tentativi di risolverlo.

Nell’ambito dell’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, nel 1991 il fisico David Deutsch ha ipotizzato che se i viaggi nel tempo sono possibili il viaggiatore si troverebbe comunque in un ramo della storia diverso da quello dal quale è partito. Viene sì conservato lo stato del viaggiatore temporale, ma non la sua correlazione con il resto dell’Universo: il viaggiatore emerge in un passato differente da quello che ricorda… e non può quindi uccidere i suoi antenati.

Partendo da questa interpretazione, un gruppo di fisici tra cui alcuni italiani (Lorenzo Maccone e Stefano Pirandola del Massachusetts Institute of Technology, e Vittorio Giovannetti della Scuola Normale Superiore di Pisa) propongono che le curve temporali chiuse CTC si comportino come un canale di comunicazione ideale che trasmette sia informazione quantistica che informazione classica. Gli autori li chiamano ideal quantum channel, P-CTC.

Consideriamo un fotone che viaggia nel tempo. In questa formulazione, i risultati condizionati a posteriori non sono distinguibili da quelli che si otterrebbero quando il fotone fosse spedito qualche miliardesimo di secondo indietro nel tempo per distruggere il sé stesso esistente in quell’istante di passato. Cioè, il viaggiatore verrebbe forzato a viaggiare nel passato che gli appartiene e che si ricorda. Ma allora può uccidere sé stesso o i suoi antenati? No, perché gli eventi logicamente incosistenti hanno, in questo modello, probabilità nulla di verificarsi.

Le previsioni di questa interpretazione teorica possono essere verificate sperimentalmente e risolvere così il paradosso. Si costruisce un circuito in cui un elemento di informazione, un qubit, “vivente”, cioè nello stato 1, viaggia nel passato e cerca di uccidere sé stesso, modificando il proprio stato da 1 a 0 (dove 0 = “morto”). Secondo gli autori della ricerca, la probabilità che avvengano eventi logicamente contradditori risulta nulla e rimangono solo le storie coerenti. “Per quanti sforzi faccia, il viaggiatore nel tempo non riesce a uccidere i suoi antenati” scrivono gli autori nell’articolo pubblicato sulla rivista Physical Review Letters.

Tuttavia non tutto è risolto. Per esempio non è ancora possibile verificare se un CTC relativistico obbedisca a questa interpretazione teorica o no, e non è nemmeno possibile distinguere sperimentalmente questa nuova interpretazione da quella precedente di Deutsch: il fatto è che non si sa ancora se le curve temporali chiuse esistano effettivamente nell’Universo.

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