CRONACA

L’elefante nella nuvola, il batterio nel meteorite

NOTIZIE – “The Journal of Cosmology”. Parliamone. Una pubblicazione (peer-review, dicono loro, ma chi revisiona i revisori?) apparentemente senza capo ne coda (segnalo questo interessante post su Wired che rende l’idea di cosa stiamo parlando) che a dispetto del nome pubblica in questo caso un articolo di astrobiologia (e non di cosmologia). Ora, viene da pensare che se realmente la scoperta fosse genuina e certa, un risultato di questa portata sarebbe stato pubblicato in pompa magna su Nature o Science: “scoperti batteri di origine extraterrestre su un meteorite”. Autore Richard Hoover. E invece no, Science e Nature tacciono. Come tanti altri giornali di riferimento per la comunità scientifica internazionale.

Ancora più sospetto, dopo un rapido giro sui vari siti ufficiali di news della NASA (compreso quello di astrobiologia) è l’assenza di un anche uno scarno comunicato stampa sulla scoperta Infatti venerdì la notizia è stata riportata da Fox News, non certo un giornale specializzato in temi scientifici. Molto strano se pensiamo al battage mediatico di un’altra notizia (sempre della NASA, sempre di astrobiologia) lanciata con grande suspance qualche mese fa (e anche quella sostanzialmente rivelatasi una cantonata).

Siamo di fronte all’ennesima bolla astrobiologica della NASA? Il sospetto è forte. Sui blog (responsabili qualche mese fa della peer review “parallela” del pezzo sulla biochimica aliena all’arsenico, che di fatto ha costretto Science a ri-rivedere il paper di Elisa Wolfe-Simon) non è uscito ancor moltissimo. Paul Zachary “PZ” Myers però ha già detto la sua, e non ci è andato leggero. Consiglio la lettura fino in fondo. Anche Rosie Redfield, responsabile delle prime serie critiche al paper sui batteri all’arsenico, ha postato un commento su questo.

Aggiungo solo una considerazione sull’iconografia usata dai media (sicuramente indotti in tentazione dal paper originale). L’immagine usata dai più (vedi anche La Repubblica) è quantomeno fuorviante: si vedono infatti due fotografie, simili per certi versi, ma in cui a sinistra è chiara la forma del batterio, quella di destra invece diventa evidente solo se guidati da quella sinistra (se ce la presentassero da sola, sarebbe più difficile trovarci una somiglianza con una qualsiasi forma forma biologica). Quella di sinistra è in effetti un batterio vero (terrestre), un Titanospirillum velox. Solo quella di destra è una formazione effettivamente osservata nel meteorite.

Gli psicologi della percezione spiegano che un fenomeno simile avviene quando cerchiamo per esempio la forma di un elefante nelle nuvole (quella che “PZ” Myers chiama pareidolia nel suo post).

 

PS: ecco la risposta della responsabile della comunicazione per il sito di astrobiologia della NASA, alla nostra domanda: “come mai la NASA non ha rilasciato alcun comunicato ufficiale riguardo la ricerca di Richar Hoover?”: “Gli scienziati della NASA pubblicano risultati ogni settimana, e non sempre sono l’occasione per una conferenza stampa. Il dottor Hoover ha condotto questo tipo di studi da molti, molti anni. Al momento non ha convinto la maggior parte degli scienziati che quello che ha trovato nei meteoriti siano davvero fossili.” Leslie Mullen.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.