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E il vincitore è…

È appena stato dichiarato campione del mondo per numero di articoli  ritrattati il prof. Joachim Boldt dell’università di Giessen, ex ricercatore in farmacologia anestetica alla clinica di Ludwigshafen. Il titolo è meritato?

IL PARCO DELLE BUFALE  – Sedici riviste hanno ritrattato d’autorità e di concerto 88 articoli in cui il prof. Boldt, spesso in illustre compagnia, riferiva il risultato di esperimenti clinici non autorizzati o diversi da quelli autorizzati. Il conteggio non è definitivo, l’università indaga ancora su eventuali falsificazioni dei dati, ma la custode non è contenta. Per prima cosa, un simile riconoscimento va condiviso con i coautori e i direttori delle riviste per la fiducia e l’assenza di curiosità. Dato il tempo necessario per reclutare pazienti, come minimo dovevano informarsi su quale sostanza assumeva il prof. Boldt per tenere il ritmo.

Nella valutazione dei candidati andrebbe poi tenuto conto del fattore d’impatto delle riviste, la quantità di citazioni ricevuta mediamente da ciascun articolo, in questo caso assai modesta. Fatto il calcolo a naso e considerata l’elevata frequenza di simili incidenti nella letteratura clinica e farmacologica, il prof.  Boldt risulta tutt’al più ex-aequo con Andrzej Jendryczko. Nel 1998 l’ingegnere del politecnico di Czestochowa e professore di biochimica all’università della Slesia s’era visto ritrattare 45 articoli che ricopiavano altre pubblicazioni, non succede solo ai politici tedeschi che compilano un dottorato nel tempo libero per far carriera nel partito, e su una sessantina si stendeva un velo di dubbio. Anche gli studi del prof. Jendryczko e dei suoi coautori erano usciti in riviste semi-confidenziali.

Così resta detentore del titolo il campione più caro alla custode. Professore quarantenne di cardiologia all’università Harvard di Cambridge, Massachusetts, era dotato di una creatività che egli stesso non sospettava. Disse infatti di non ricordare com’era stato capace d’inventare dati tanto plausibili sul cuore dei cani in cui iniettava farmaci o no, alcuni cadaveri dissotterrati avevano il cuore intatto. Dopo una prima inchiesta interna e infruttuosa, Harvard!, nel 1983 totalizzò 84 ritrattazioni, circa due terzi degli articoli scritti, spesso in illustre compagnia, da quando era uno studentello brillante fino allo zenit della carriera, Harvard!, e pubblicati mica paglia (not hay, come si dice a Harvard) su Proceedings of the National Academy of Sciences, American Journal of Cardiology o New England Journal of Medicine:

John Darsee

Immagine: medaglia alla produttività sul lavoro, URSS

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