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Non bastava il terremoto?

A quanto pare, no. A poche ore dall’evento sono subito iniziate a circolare le prime “teorie” pseudoscientifiche in proposito, e visto quello che sta accadendo a Fukushima, questo risulta particolarmente frustrante. Ecco un campione delle bufale che circolano (finora).

IL PARCO DELLE BUFALE – La “super” Luna – qualche giorno prima del terremoto che ha innescato lo tsunami, il noto astrologo britannico Richard Nolle aveva previsto che, visto che la Luna si stava avvicinando al suo perigeo, cioè il punto più vicino alla Terra che il satellite può raggiungere orbitandole attorno (cosa che accade una volta al mese), e che in particolare questo 19 Marzo, a Luna piena, sarebbe è stato il più prossimo alla Terra degli ultimi 19 anni, il tutto avrebbe causato eventi catastrofici come, appunto, terremoti e maremoti. Le superlune, come le chiama l’astrologo, avrebbero sempre portato con loro immani catastrofi.

Nella Rete, insensate affermazioni come questa sono state immediatamente  elevate al rango di teorie scientifiche, specialmente dopo il terremoto. Tra le vittime della disinformazione, anche il “meteorologo” britannico John Kettley che, contrariamente a quanto riportato in genere, aveva assicurato che la Luna NON poteva innescare terremoti ma che, forse, poteva influire significativamente sul tempo atmosferico e sulle maree limitatamente alle zone costiere. In realtà, meteorologo Kettley lo è diventato solo da noi perché si tratta invece di un popolare presentatore delle previsioni del tempo britannico.

Come ha spiegato Phil Plait nel suo blog Bad Astronomy (qui la traduzione di Query, la rivista on-line del CICAP) questo è totalmente ridicolo. In primo luogo, l’11 marzo, quando il terremoto si è scatenato, la Luna era addirittura più lontana della media e, comunque, anche questo 19 marzo l’influenza lunare era tutt’altro che sufficiente per scatenare un qualsiasi disastro. Non solo: anche il fatto che questo perigeo sia stato il più prossimo degli ultimi 19 anni è falso. Come spiega Coelum, nel 2008 la Luna era ancora più vicina, potete verificarlo anche qui.

Terremoti di magnitudo 9 a parte, nemmeno il rapporto di causalità proposto tra eventi meteorologici estremi e vicinanza della Luna è fondato perché, anche se è un piacevole evento per chi ama guardare il cielo, il fatto che il nostro satellite si avvicini qualche chilometro in più del solito è un fenomeno comunque ben conosciuto e studiato, e per quanto qualcuno ceda ancora oggi alla tentazione di mettere in relazione fenomeni astronomici e catastrofi (succede da millenni), la logica fallata alla base è che se due eventi sono correlati, uno debba essere per forza colpa dell’altro. Con questa forma mentis, a causare i terremoti & Co potrebbero anche essere le affermazioni stesse degli astrologi, chi può dirlo? Lo aveva ben capito Isaac Asimov: qui potete leggere in italiano il suo breve saggio Astri e disastri. Grazie al post di sabato del blog A little Skeptic ecco invece un commento antropologicamente interessante scovato su Express-news.it, tra i primi siti in Italia a importare la bufala.

la verità
14 marzo 2011 – 12:26

Riderei molto se attorno a quella data una bella crepa sul terreno si aprisse ed inghiottisse gli scettici e coloro che pensano che con la loro misera conoscenza a livello medievale rispetto alla infinità di cose ancora a noi sconosciute si possa arrivare a comprendere tutti i segreti dell’universo, tutto questo solo per causa dell’egoismo e del farsi vanto dei propri miseri studi, nonchè della mancanza di umiltà difronte a cio’ che non si conosce a fondo , come appunto i terremoti, è ovvio che se si vuole comprendere le cause di cio’ che non si conosce solamente mettendo insieme dati ed eventi e sperando di trovarne una correlazione diretta, non si scoprirà mai un tubo. [eccetera eccetera]

 

Il complotto – il progetto H.A.A.R.P. è uno dei tanti jolly delle teorie cospirative: dal momento che è un progetto in parte finanziato da fonti militari (oltretutto statunitensi), deve essere per forza qualcosa di losco e di incommensurabile portata ordito alle nostre spalle. H.A.A.R.P., un progetto talmente segreto che ha un proprio sito internet, sta per High Frequency Active Auroral Research Program e consiste in un’installazione in Alaska dotata di potenti trasmettitori radio per lo studio della ionosfera. L’interesse militare sta principalmente nell’applicazione di queste conoscenze alle telecomunicazioni, mentre l’interesse prettamente scientifico (e questo spiega perché l’Università dell’Alaska è coinvolta) sta (anche) nello studio delle fasce dell’atmosfera più prossime allo spazio. In passato H.A.A.R.P. è stato messo in relazione con l’uragano Katrina, lo tsunami del 2004 e altre catastrofi assortite (senza tralasciare le morie di uccelli), e sarebbe anche uno dei metodi con cui gli Stati Uniti vorrebbero dominare il clima assieme alle famigerate scie chimiche.

Rimaniamo al terremoto dell’11 marzo, e restringiamo il campo all’Italia. Come spesso accade, il successo di una teoria cospirativa (o di un suo spin-off) inizia con un video. In questo caso si tratta di un filmato che mostra il giornalista Benjamin Fulford, di origini canadesi ma residente in Giappone, che racconta come è arrivato alla convinzione che H.A.A.R.P. sia stato usato per causare vari terremoti, compresi quelli verificatisi in Giappone.

Nel 2008.

Sì, perché il video è piuttosto datato. Era già stato sottotitolato in italiano ma, come era prevedibile, ora sta sperimentando una seconda giovinezza, anche grazie alla diffusione via Facebook da parte di RH – Il portale della conoscenza (sic). Come fa H.A.A.R.P. a scatenare i terremoti? Semplice (cito dal video):

[…] lo fanno sparando miliardi di watt di microonde nella ionosfera che è una parte dell’atmosfera che contiene molta energia, spingendo la ionosfera in alto, verso lo spazio esterno, questa rimbalzerà ed è il modo in cui rimbalza verso la terra che può causare i terremoti, proprio come un cantante di lirica può rompere un bicchiere di vetro cantando a una certa frequenza, oppure come passando le unghie su una lavagna si prova una strana sensazione, se regolano le giuste vibrazioni attraverso la roccia sotto il loro bersaglio possono farlo [eccetera eccetera]

Quotando David Naiditch di Skeptic Magazine, il motivo per il quale H.A.A.R.P. attrae tanto i cospirazionisti sembra essere che i suoi scopi appaiono profondamente misteriosi a chi è scientificamente disinformato.

Fulford è ben noto d’altronde per cavalcare altre assurde teorie che vorrebbero l’AIDS come frutto di un complotto per ridurre le popolazioni africane e i governi in combutta per occultare la free-energy.

Radiazioni, omeopatia, e la mappa taroccata– se ne è già occupata la Custode qui e qui: riassumendo l’omeopatia, stando a Homeopathy Plus, servirebbe anche per contrastare e prevenire gli effetti delle radiazioni sull’organismo, comprese quelle rilasciate da un incidente nucleare come quello di Fukushima, visto che è già impiegata anche per preparare i pazienti alle sedute di radioterapia. Non è pazzesco quanto sembra: se volete acquistare plutonio senza che vi facciano troppe domande, una farmacia omeopatica è il posto che fa per voi. Per attirare il cliente/utente, Homeopathy Plus ventila l’ipotesi che in breve i venti porteranno il materiale radioattivo oltre i confini del Giappone fino a colpire i territori circostanti e per questo forse l’australiana Fran Sheffield, proprietaria del sito, dovrebbe ringraziare per i prossimi affari l’anonimo creatore dell’immagine riprodotta di seguito e che in breve si è diffusa in modo virale.

Questa mappa, creata catturando una schermata da Google Earth e un po’ di fotoritocco, mostra una nube stile Chernobyl in procinto di raggiungere le coste occidentali del Canada e degli Stati Uniti. L’immagine è totalmente falsa e non ha alcun legame, nemmeno casuale, con la realtà, visto che lo scenario ritratto (senza voler affatto sminuire la gravità della situazione) non è solo improbabile, è fisicamente impossibile. Tralasciando il fatto che l’unità di misura qui utilizzata, il Rad, è drammaticamente obsoleta, nemmeno nei primi chilometri intorno alla centrale di Chernobyl, la radioattività ha raggiunto un livello anche solo paragonabile a quello che secondo la mappa dovrebbe a breve investire coste a migliaia di chilometri di distanza.

Infatti a oggi sulle coste U.S.A sono state sì identificate tracce di iodio-131 e cesio-137, sostanze certo molto dannose (soprattutto il cesio, lo iodio in piccole dosi è utilizzato anche in medicina), ma la concentrazione rilevata attualmente è talmente bassa che non c’è oggettivamente nessun pericolo per la salute. Non si stanno sottostimando le ricadute sull’ambiente che (ora o in futuro) questo incidente potrebbe provocare fuori dal Giappone ma, anche se la crisi a Fukushima è ancora in atto e non possiamo sapere quando finirà né quindi quanto materiale potrebbe ancora fuoriuscire, quella mappa potrebbe funzionare solo in un (pessimo) romanzo di fantascienza.

Il logo è dell’Australian Radiation Service, che infatti nega nella maniera più assoluta di avere a che fare con la sedicente mappa. Nonostante bastasse come al solito una breve ricerca, anche l’Italia c’è ripetutamente cascata, ma è negli Stati Uniti e nel Canada che si stanno osservando gli effetti più evidenti di disinformazione come questa, con i consumatori che presi dal panico fanno incetta di ioduro di potassio propinato come antidoto alle radiazioni. Le pasticche di ioduro di potassio però non sono come le inerti pilloline di zucchero che vende la Sheffield, sono farmaci veri e come tali non devono essere assunti alla leggera e senza un motivo.

Secondo Snopes la bufala originaria ha iniziato a diffondersi via mail, dove la mappa era accompagnata da un testo che spiegava gli effetti delle radiazioni stimate: si andava dal vomito alla morte immediata.

A oggi, questi sembrano i casi più significativi di disinformazione scientifica riguardo al sisma, alle sue cause e ai suoi effetti. Teorie marginali (per ora) tirano in ballo anche UFO, test nucleari e perfino tempeste solari: il 2012 si avvicina, forse dovremmo fare come un gruppo di nostri connazionali che si sono barricati nello Yucatan sperando di sfuggire alla prossima Apocalisse.

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac