CRONACAIN EVIDENZA

Acqua per le città

È il titolo dell’edizione di quest’anno della Giornata mondiale dell’acqua, promossa dalle Nazioni Unite e che ha la sede principale a Cape Town.

SPECIALE ORO BLU – Saranno soprattutto le città, secondo una valutazione delle Nazioni Unite, a contendersi l’acqua nei prossimi decenni. “La sfida delle acque urbane deve essere riconosciuta per quello che realmente è: una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa”, è il messaggio di Joan Clos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite. “Abbiamo bisogno di puntellare la sicurezza idrica contro i problemi dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di idee innovative e buone pratiche da attuare”.

Oggi circa il 50% della popolazione mondiale vive nelle città, ma è una percentuale che è destinata a crescere: ogni secondo gli abitanti di centri urbani aumentano di due unità. È ovvio che questo porterà a una pressione altissima. Le aree urbane assorbiranno l’intera crescita della popolazione prevista per i prossimi decenni: entro vent’anni la percentuale dei residenti nelle zone urbane sarà del 60% con punte del 95% nei paesi più poveri, il che significa ancora maggiore povertà e condizioni di vita ancora più degradate.

Se nei paesi sviluppati la città ha significato maggiore benessere e migliorate condizioni di vita, nei paesi poveri succede il contrario. Oggi il 27% della popolazione urbana dei paesi in via di sviluppo non ha accesso alla rete idrica da casa propria, molti vivono in baraccopoli, senza servizi igienici. Ento il 2020, si prevede un incremento degli abitanti delle baraccopoli di 27 milioni contro i 18 milioni del decennio 1990-2001.

La capacità di provvedere acqua e servizi nelle città non ha tenuto il passo con la loro crescita. Tra il 2000 e il 2008, a fronte di un aumento della popolazione mondiale di 635 milioni di cui l’80% (511 milioni) nelle città, la situazione idrica e sanitaria è mediamente peggiorata. Nelle zone dell’Africa sub-sahariana, per esempio, il 50% della popolazione non ha un approviggionamento idrico sufficiente e il 60% non ha servizi igienici, e si stima che nei prossimi 25 anni il numero salirà ad almeno 500 milioni.

L’accesso all’acqua è uno dei diritti umani fondamentali. E nello scenario attuale di progressiva scarsità della risorsa e di incapacità di affrontare il problema nella sua globalità utilizzando delle soluzioni sostenibili per tutti, è ovvio che questo diritto sarà sempre più riservato a pochi. Già oggi, paradossalmente, i poveri pagano fino a 50 volte in più per un litro d’acqua rispetto ai loro vicini più ricchi, poiché spesso devono comprarla da fornitori privati.

I dati sul rapporto tra acqua e urbanizzazione sono pubblicati sul sito ufficiale del World Water Day 2011.

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