CRONACA

Kriptonite felina

NOTIZIE – No, non è una leggenda urbana. Non date MAI aspirina al vostro gatto, potrebbe essere fatale.

L’organismo dei felini (tutti i felini, non solo i mici domestici) non riesce a eliminare dal sangue il principio attivo dell’aspirina che diventa così tossica. Nel 1997 si è scoperto che il gene UGT1A6, che normalmente produce la proteina che degrada l’acido acetil-salicilico per eliminarlo dall’organismo nei gatti, è difettoso. Ora un nuovo studio (lo trovate su Plos One) condotto da Binu Shrestha, della Tufts University, e colleghi ha posto delle solidi basi per comprendere i motivi di questa carenza felina.

Secondo Shrestha tutto è collegato alla dieta dei felini. Questi animali sono infatti degli ipercarnivori (più del 70% della dieta è fatto di carne) a differenza per esempio dei cani che integrano anche con altri alimenti e sono definiti mesocarnivori. La proteina UGT1A6 è importante soprattutto per gli animali che si nutrono, anche saltuariamente, con vegetali, perché è in grado di contrastare gli effetti talvolta tossici delle piante. Dato che l’evoluzione funziona, spiega Shrestha, secondo la regola “use it or loose it” (usalo o perdilo) il gene (anzi pseudogene, visto che ha perso la sua funzione) nei felini è diventato in qualche modo inutile (o al contrario, la mutazione avrebbe favorito gli animali con una dieta più ristretta, cioè al momento non è dato sapere se il regime alimentare strettamente carnivoro è venuto prima della mutazione o se ne è stato la conseguenza).

Shrestha fa notare che oltre a tutti i felini esistono altre due specie con questa mutazione: la iena bruna e l’elefante marino nordico, altri due ipercarnivori. Dato che però esistono altri ipercarnivori che hanno il gene UGT1A6 perfettamente funzionante, resta evidentemente ancora un tassello per comprendere correttamente il quadro evolutivo che ha portato a questa specificità felina.

I felini moderni derivano tutti da un antenato comune vissuto fino a circa 11 milioni di anni fa. Come sanno i paleontologi fra 23 e 17 milioni anni fa c’è stato il “cat gap” : fra i fossili di felini oggi disponibili ce ne sono di più vecchi e di più recenti di questo arco di tempo, ma niente in mezzo, come se la popolazione di questi animali fosse improvvisamente calata vistosamente in numero durante tutto il periodo. Gli evoluzionisti lo chiamano “collo di bottiglia genetico” : dato lo scarso numero di esemplari una mutazione in quel periodo sarebbe stata statisticamente più significativa e il proliferare della progenie discendente avrebbe diffuso il gene difettoso ai felini moderni.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.