CRONACA

Le batterie per le rinnovabili

NOTIZIE – Uno dei grossi problemi delle energie rinnovabili è la discontinuità: se in certi momenti se ne produce a pieno regime, in altri ci si ferma del tutto (cala il vento per l’eolico, scende la notte per il fotovoltaico e così via). È dunque fondamentale avere un modo efficiente per immagazzinarla per periodi prolungati e usarla nei momenti di carenza produttiva.

Alla Fiera di Hannover, che inizia oggi, gli istituti Fraunhofer presenteranno un nuovo tipo di batteria di flusso che potrebbe trovare in futuro utilizzo in centrali di approvvigionamento su larga scala, cosa al momento ancora impensabile.  Secondo gli scienziati, nella rete elettrica del futuro saranno necessarie questo tipo di centrali grandi e stazionarie in grado di fare da “buffer” nella distribuzione dell’energia elettrica prodotta da varie fonti incostanti come le rinnovabili. L’idea più diffusa è quella di avere degli impianti della dimensione di un campo da pallavolo con una capacità di 20 MWh (in grado di dare energia a circa 2000 abitazioni durante una notte invernale o un giornata nuvolosa), ma si tratta di un obiettivo ancora molto ambizioso.

Le “batterie di flusso redox” di maggiori dimensioni costruite finora dal consorzio degli istituti Fraunhofer arrivano alla capacità massima di qualche di kW, e infatti alla fiera verrà fatta una  dimostrazione di funzionamento di un impianto in grado di immagazzinare 2 kW.

Per stessa ammissione dei responsabili, la sfida ora è di creare delle versioni a scala gigante, visto che il sistema sembra funzionare in maniera affidabile. Si tratta di batterie “liquide” a base di vanadio (i legami chimici del vanadio assorbono ed emettono elettroni attraverso delle membrane). Secondo Tom Smolinka, uno dei coordinatori del progetto, questa tecnologia sembra essere molto robusta e permette di costruire batterie durature.

Non è dato ancora sapere se la soluzione proposta dagli istituti Fraunhofer sarà quella vincente, ma è bene sapere che risolvere il problema dell’immagazzinamento dell’energia elettrica è assolutamente necessario prima di poter utilizzare a pieno le energie rinnovabili come fonte energetica a scopi civili e industriali. Senza infatti la continuità nell’erogazione dell’energia elettrica queste fonti energetiche diventano molto poco convenienti.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.