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Gas naturale con metanolo e caffè

Dopo la ricerca sulle emissioni di metano prodotte dall’estrazione del gas da scisti, un rapporto del Congresso statunitense elenca i prodotti chimici usati per la “fratturazione idraulica”

IL CORRIERE DELLA SERRA – L’anno scorso il Comitato per l’energia e il commercio della Camera ha chiesto informazioni sulle “pratiche estrattive” alle 14 principali società che dal 2005 sfruttano concessioni ottenute nei vari stati e iniettano fluidi ad alta pressione nelle rocce per creare fratture e microfratture dalle quali far uscire il gas. Il 18 aprile scorso, ha pubblicato i risultati.

La fratturazione idraulica ha dato accesso a vaste riserve interne di gas naturale, che potrebbero rappresentare una tappa importante verso le energie pulite del futuro. Eppure è tuttora incerta la sicurezza del procedimento, una situazione aggravata dalla segretezza sui prodotti chimici impiegati. La presente analisi è la prima valutazione a livello nazionale, per tipo e volume, dei prodotti usati tra il 2005 e il 2009.

In sintesi, nelle rocce sono stati immessi 3 miliardi di litri di 2.500 prodotti (esclusa l’acqua aggiunta nei “pozzi”) contenenti 750 composti chimici diversi. Comprendono
– sostanze innocue come il sale e l’acido citrico, tossiche come il benzene e il piombo e inaspettate, almeno per la scrivente, come i gusci di noce e il caffè solubile;
– 29 potenziali carcinogeni regolamentati dalla legge sull’acqua potabile, dati i rischi per la salute umana, o classificati come pericolosi dalla legge sull’acqua pulita;
– noti carcinogeni, contaminanti e inquinanti quali benzene, toluene, xilene ed etilbenzene;
– metanolo, il più diffuso e presente in 342 prodotti, seguito da alcol isopropilico (2-propanolo), 2-butossietanolo e glicole etilenico. In 380 milioni di litri, c’erano 275 prodotti con almeno una sostanza chimica coperta da “segreto industriale” o da “esclusiva” che spesso le società non erano in grado di identificare.

Il rapporto non si pronuncia sulle eventuali violazioni delle leggi per la tutela dell’acqua e dell’aria. Tuttavia calcola volumi maggiori, e con più sostanze tossiche, dove le deroghe alle norme di sicurezza sono frequenti e i controlli rari, nell’ordine: Texas, Colorado, Oklahoma, Louisiana, Wyoming, Nord Dakota, Nuovo Messico, Montana e Utah.

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Immagine: Bluemark Consultants

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