IN EVIDENZA

Gasland (e non è un parco dei divertimenti)

Il Governo dice di no al nucleare ma anche alle rinnovabili. Nel frattempo Eni punta all’estrazione di gas da scisti in Polonia, una fonte tutt’altro che pulita

IL CORRIERE DELLA SERRA – In Italia è caos-energia. Il Governo, per il momento, dice di no al nucleare. Tutto da rifare e politica energetica da riscrivere. Ieri, a Roma, il primo sciopero del fotovoltaico in Italia. I tagli previsti nel quarto conto energia, mettono in ginocchio un settore, quello delle rinnovabili, che vive grazie agli incentivi. Sono 120mila le persone che potrebbero restare senza lavoro.

Il 14 aprile, pochi giorni prima del retro front sul nucleare, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia, durante un convegno organizzato all’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma ha dichiarato: «Lo shale gas potrebbe aprire nuove strade per l’approvvigionamento energetico in un momento particolarmente delicato a livello globale. L’Italia accoglie con favore l’avvio di approfondimenti a riguardo».

«L’estrazione di tale gas in altri paesi europei – conclude Saglia – avrebbe un effetto positivo a livello complessivo europeo. Innanzitutto si avrebbe una riduzione delle esigenze di importazione, una conseguente riduzione dei prezzi e un maggiore margine negoziale per gli altri idrocarburi».

L’Italia attraverso Eni inizierà le esplorazioni in Polonia come ha confermato entusiasta Paolo Scaroni Ad di Eni: «Il gas estratto dall’argilla negli ultimi 3 anni ha sbaragliato il mercato del gas che era stabile, tranquillo, sonnacchioso, composto sempre dagli stessi attori trasformandolo in un mercato dinamico e imprevedibile e pieno di nuovi attori».

Anche in Francia si sta iniziando a progettare l’estrazione di scisto (e non mancano le proteste dei cittadini), una fonte energetica quindi da sfruttare ma a quale prezzo?

Negli Stati Uniti il shale gas viene estratto in grandi quantità dalle miniere in Pennsylvania e si parla di una fonte tutt’altro che pulita. La devastazione ambientale è stata documentata nel film Gasland, tratto da una storia vera e premiato al Sundance Festival nel 2010.

Il regista, Josh Fox che in Pennsylvania fa l’agricoltore, si è visto offrire da una compagnia energetica 100mila dollari per dare in affitto il suo terreno e consentire l’estrazione di gas scisto, presentato ai cittadini come fonte di energia pulita e naturale al 100%.

Insospettito dal business ha rifiutato l’offerta, si è armato di telecamera e ha girato gli Stati Uniti per capire cosa stesse succedendo a coloro che avevano accettato l’offerta simile alla sua. Risultato? Un disastro ambientale di proporzioni gigantesche occultato alla maggior parte degli americani. Josh Fox ha documentato gli effetti delle tecniche chimiche di estrazione del gas: falde acquifere inquinate, contaminazioni radioattive, acqua che prende fuoco direttamente dal rubinetto, morie in massa di pesci e uccelli, aumento dei casi di cancro tra la popolazione residente nei pressi dei pozzi di estrazione.

Un film che tutti dovremmo vedere, compresi i vertici di Eni e il sottosegretario Saglia.

Condividi su