ECONOMIA

Ok, il prezzo è giusto?

Un esperimento clinico ha confrontato l’efficacia di due farmaci per la degenerazione maculare: il risultato – anticipato on line dal New England Journal of Medicine –  è identico, il costo molto diverso.

Philip Rosenfeld, professore di oftalmologia e specialista della retina al centro Bascom Palmer dell’università di Miami, era stato il primo a usare l’Avastin, un farmaco antitumorale, contro la forma essicativa della degenerazione maculare che colpisce circa 250 mila americani ogni anno e ne diminuisce gravemente la vista, la mobilità e l’autonomia. Sulla base dei dati sui pazienti che ricuperavano l’acuità visiva, pubblicati nel 2006, l’Agenzia americana per il farmaco e l’alimentazione (FDA) approvava la nuova “indicazione terapeutica”, ma anche il Lucentis, un farmaco specifico derivato con poche modifiche dalla molecola attiva dell’Avastin e prodotto anch’esso dalla Genentech.

Due anni fa, insieme a Ross Brechner e altri analisti della sanità pubblica americana, il prof. Rosenfeld faceva una scoperta di altro tipo: nel 2008 Medicare, il servizio sanitario gratuito per i pensionati, aveva versato alla Genentech 20 milioni di dollari per 480 mila iniezioni di Avastin e ben 536 milioni per 337 mila iniezioni di Lucentis. Ne concludeva che

Su scala globale, le implicazioni economiche del trattamento sono monumentali.

Tanto più oggi, visto il deficit federale e l’ostilità alla riforma sanitaria decisa dal governo Obama. Ma l’Avastin non era ancora stato oggetto di un esperimento in doppio cieco. Progettato dall’Istituto Nazionale della Sanità e iniziato alla fine del 2009, coinvolge 1.058 volontari e 43 centri specializzati. Dopo un ann0, il ricupero della vista era simile e il dosaggio poteva essere diminuito in funzione dei progressi del paziente, rispetto a quello raccomandato dalla casa farmaceutica. L’Avastin da 50 dollari a trattamento potrebbe avere maggiori effetti collaterali del Lucentis, da 2.000 dollari, e i pazienti saranno seguiti fino al 2012 per distinguere le disfunzioni dovute ad altri problemi di salute da quelle forse indotte dal farmaco. Per ora, scrive Philip Rosenfeld nell’editoriale che accompagna la pubblicazione dei nuovi risultati,

In tutto il mondo chi fornisce e chi paga l’assistenza sanitaria dovrà giustificare la spesa per il Lucentis. In alcuni paesi le autorità saranno costrette a riesaminare le norme che vietano di somministrare alcuni farmaci per patologie non previste dalla loro autorizzazione,  soprattutto quando molti dei loro cittadini non si possono permettere il Lucentis.

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