CRONACA

Una serie di terremoti nell’Appennino romagnolo

Mappa della sismicità registrata dalla Rete Sismica Nazionale nell’area del Montefeltro (provincia Forlì-Cesena) dal 24 Aprile al 7 Giugno 2011. La dimensione dei terremoti è proporzionale alla magnitudo Richter (ML). I triangoli indicano le stazioni della Rete Sismica Nazionale (blu) e della Rete temporanea installata dal 26 maggio 2011 (verde).

Dal 24 maggio nella zona di Montefeltro in provincia di Forlì-Cesena si sono verificati una serie di terremoti che, sebbene non abbiano provocato danni, sono stati percepiti dalla popolazione che comincia a essere allarmata.

NOTIZIE – Dal 24 maggio a oggi tra Bagno di Romagna, Santa Sofia, Sarsina e Verghereto sono stati registrati 583 terremoti entro i primi 12 chilometri sotto la superficie terrestre, molti dei quali troppo deboli per essere stati percepiti dalla popolazione. Alcuni invece, 13 per la precisione, hanno superato la magnitudo 3 con un massimo di magnitudo 3,7 raggiunto il 24 maggio scorso, mentre 67 hanno avuto una magnitudo compresa tra 2,0 e 2,9.

È ovvio che la popolazione si chiede se ci sia motivo di preoccupazione. La risposta non può che essere scientifica e ce la dà l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Di INGV OggiScienza si è occupata recentemente per il presunto terremoto di Roma dell’11 maggio e per il rinvio a giudizio dei membri della Commissione Grandi Rischi riunitasi alla vigilia del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009.

L’Italia, l’abbiamo detto in più occasioni, è uno dei paesi più sismici del mondo e per questo l’attività sismica del territorio nazionale è tenuta sotto controllo 24 ore al giorno tutti i giorni dell’anno dalla sala sismica dell’INGV. Oltre al monitoraggio, viene condotta un’ampia attività di ricerca sia sulle caratteristiche sismiche del territorio che sulla storia dei terremoti del passato.

In base a questi studi, è stata costruita una mappa di pericolosità sismica, che è attualmente lo strumento più efficace per difenderci dai terremoti.

Non è infatti possibile prevedere il momento in cui si scatenerà un terremoto, ma è invece possibile conoscere le caratteristiche del territorio e quindi la probabilità che si verifichi un certo scuotimento del suolo in una determinata zona e in un determinato periodo di tempo. La mappa di pericolosità sismica fornisce le indicazioni per poter fare una pianificazione efficace e progettare nuove costruzioni o adeguare quelle esistenti in base a quanto si stima debbano sopportare in termini di scuotimento e accelerazioni, affinché cioè possano resistere in caso di terremoto.

Recentemente, dal 2005 a oggi, nella zona di Montefeltro si sono registrati tanti terremoti deboli a volte concentrati in sequenze come quella che è in atto adesso, ma con un minor numero di terremoti, altre volte singoli eventi isolati. Nel passato si sono verificati anche terremoti molto forti, come quello del 1584 che provocò danni gravissimi a San Piero in Bagno, e i due terremoti del 1778 e del 1918.

Secondo la mappa di pericolosità sismica, l’area di Montefeltro è una zona a pericolosità sismica medio-alta. La mappa non dice quando capiterà un terremoto, ma dice che può accadere in qualunque momento, indipendentemente dal verificarsi o meno di sciami o sequenze. Il livello di pericolosità medio-alta è quello rispetto al quale bisogna essere preparati in ogni momento. Preparati significa essere consapevoli di vivere in un territorio sismico, essere educati ad affrontare un evento del genere, costruire in modo adeguato. Questi sono compiti al di fuori della competenza degli scienziati. Riguardano i politici, gli amministratori e tutti noi cittadini che con la nostra azione possiamo spingere verso una politica più attenta al territorio e alla salvaguardia delle persone e delle cose.

Il rapporto completo redatto dall’INGV che sorveglia l’attività della zona è disponibile qui.

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