LA VOCE DEL MASTER

Cibo buttato, acqua sprecata

Uno studio britannico ha calcolato l’impronta idrica del cibo sprecato, un dato che va a braccetto con la recente denuncia della FAO sullo spreco alimentare a livello globale

LA VOCE DEL MASTER – In questi giorni si discute molto della risorsa acqua, si riflette su quanto sia un bene prezioso per ciascuno di noi e su quanta in Italia ne vada sprecata a causa di acquedotti colabrodo. Un nuovo spunto di riflessione viene da uno studio britannico  che, per la prima volta, ha calcolato l’impronta ecologica del cibo/rifiuto in termini di consumo d’acqua. Scopriamo così che attraverso il cibo non consumato e buttato nella spazzatura, ogni cittadino britannico spreca 280 litri d’acqua al giorno

Questi i dati presentati in un documentato rapporto della società britannica che si occupa della gestione sostenibile dei rifiuti (meglio conosciuta come WRAP “Waste and Resources Action Programme”) e dal WWF. La ricerca si è concentrata sulle abitudini dei cittadini del Regno Unito, con lo scopo di analizzare l’impatto di consumi e sprechi in termini di utilizzo d’acqua e di produzione di anidride carbonica (le cosiddette “impronta idrica e di carbonio”).

Per ogni prodotto che arriva sulle nostre tavole è infatti possibile calcolare quanta acqua sia stata consumata e quanta anidride carbonica sia stata liberata in atmosfera per produrlo. Se questo cibo viene buttato invece di essere mangiato, il consumo delle risorse naturali diviene inutile oltre che dannoso. Nel Regno Unito 8,3 milioni di tonnellate di cibo vengono gettate ogni anno. La maggior parte di queste (quasi 7 milioni) non sono scarti veri e propri come le bucce di banana, bensì cibo che poteva essere mangiato. Tra scarti veri e propri e non, finisce nella pattumiera il 22% degli alimenti che vengono acquistati. L’acqua impiegata per la produzione di questo cibo/rifiuto rappresenta circa il 6% del fabbisogno idrico della nazione, ossia 6,2 miliardi di metri cubi all’anno. Un quantitativo che è il doppio rispetto all’acqua utilizzata annualmente per il consumo domestico.

Gli sprechi alimentari sono stati messi sotto accusa anche dal recente studio commissionato dalla FAO all’Istituto svedese per il cibo e la biotecnologia (SIK). Nello studio si è stimato che a livello globale circa 1/3 dei prodotti alimentari sia sprecato dai rivenditori e compratori, o vada perduto lungo i processi produttivi: circa 1,3 miliardi di tonnellate. Annualmente i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo dell’intera produzione alimentare dell’Africa sub-sahariana.

Un dato italiano ? Secondo l’ADOC (Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) nel 2010 ogni nucleo familiare in Italia ha gettato via in media 454 euro di prodotti alimentari, mentre al mese ne ha comprati per 475 euro; quasi un’intera spesa mensile finisce nella spazzatura.

Un dato che pesa in modo rilevante sulle nostre tasche, ma – dopo lo studio inglese non possiamo che esserne più consapevoli – anche sul futuro del bene acqua.

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