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L’arte di troncare la curva


Il decennio 2001-2010 è stato più caldo del precedente il quale è stato più caldo dei due precedenti. Tuttavia fra il picco del 1998 e il fondovalle del 2008 l’aumento della temperatura sembra ridursi a zero. Perché?

IL CORRIERE DELLA SERRA – Una tendenza climatica si determina su 25-30 anni per riuscire a distinguere le variazioni dovute a fenomeni naturali – eruzioni vulcaniche, cicli solari, oscillazioni delle correnti oceaniche ecc. – da quelle dovute alle emissioni di gas serra e di particolati. L’onestà scientifica vieta di scegliere gli intervalli di tempo che confermano i propri pregiudizi, ma è lecito chiedersi come mai certi intervalli non somigliano agli altri.

Dopo il 1998 surriscaldato da un Niño eccezionale, le temperature al suolo sono variate in su e in giù, ma la media sembra piatta fino al 2008 rinfrescato da una Niña eccezionale. Lo “iato decennale” è stato analizzato da due geologi ambientali, Robert Kaufmann e Michael Mann (un omonimo, non quello della ricostruzione delle temperature passate a forma di mazza da hockey), e da due economisti dell’energia, Heikki Kauppi e James Stock.

In un articolo di prossima pubblicazione sui PNAS, con modelli di simulazione calcolano l’effetto delle forzanti positive e negative dal 1998 al 2008 e lo confrontano con quello misurato dal 1960 al 1998. Una volta aggiunte alcune variabili e testata l’ipotesi nulla, risulta che l’appiattimento della curva decennale è anche merito del

maggior consumo di carbone in Asia in generale e in Cina in particolare. Il consumo cinese è più che raddoppiato tra il 2003 e il 2007 (il precedente raddoppio aveva richiesto 22 anni, dal 1980 al 2002).

In quattro anni, il consumo mondiale è aumentato del 26%, concentrato per i tre quarti in Cina, e dal 2000 aumentano anche le emissioni di SO2. Tra il 2005 e il 2008, scrivono gli autori, a compensare la forzante positiva della CO2 e a far calare la temperatura globale a terra di circa 0,2° C sono state in parte quelle emissioni e sopratutto un’insolazione declinante nel normale ciclo solare di undici anni e la prevalenza della Niña sul Niño.

I climatologi avranno da ridire su queste attribuzioni di responsabilità.  Si basano su un’unica serie di temperature, più ottimista di altre perché esclude il circolo polare artico;  i margini d’errore sono piuttosto ampi; la prevalenza della Niña sul Niño arriva solo a fine corsa; mancano le temperature marine, lo stato dei ghiacci, le variazioni del ciclo idrico ecc. La conclusione non dice nulla di nuovo, anche fra il 1940 e il 1970 le emissioni di SO2 hanno frenato il riscaldamento globale  in cambio di smog e piogge acide. D’altronde l’intenzione degli autori è principalmente didattica. Vogliono spiegare “l’apparente sconnessione” tra concentrazione di CO2 e temperatura,

una delle ragioni per cui l’opinione pubblica è sempre più scettica sui cambiamenti climatici antropici

e lo fanno proprio con la curva troncata ad arte da alcuni “scettici” per sostenere che il raffreddamento globale è iniziato tredici anni fa. Quanto agli scettici senza virgolette, possono ripetere l’esercizio di Kaufmann et al. con le temperature del 1999 -2009 e scoprire che lo iato è un’illusione statistica.

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Foto: Guang Niu/Getty Images da The Guardian

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