CRONACA

Più materia che antimateria

È successo in un esperimento condotto nell’acceleratore di particelle Tevatron, negli Stati Uniti che ha prodotto una quantità superiore di materia che di antimateria. Questo risultato potrebbe far luce sul perché l’Universo sia effettivamente composto da materia piuttosto che da antimateria, tuttora uno dei dilemmi più intricati della fisica moderna.

NOTIZIE – Nessuna teoria fisica attuale è in grado di spiegare perché nei primi istanti dopo il big bang si sia creata più materia che antimateria. L’antimateria è quella materia composta da antiparticelle. Ogni particella ha la sua antiparticella: per esempio, i protoni che stanno nel nucleo di tutti gli atomi, hanno come antiparticella gli antiprotoni, perfettemente uguali in tutto tranne che per la carica elettrica. I protoni hanno carica elettrica positiva e gli antiprotoni, hanno carica elettrica negativa. Materia e antimateria sono, dal punto di vista teorico, perfettamente simmetriche e secondo la teoria del modello standard, che spiega la composizione della materia a livello submicroscopico, sarebbero dovute essersi formate in proporzioni uguali all’inizio dell’Universo.

Di fatto, il nostro Universo è composto quasi completamente di materia, mentre le particelle di antimateria sono una rarità. È vero che nel modello è prevista la cosiddetta CP violation, cioè la violazione della simmetria della carica elettrica e di un altro parametro chiamato parità, ma questa spiegherebbe solo una piccola parte dell’asimmetria osservata.

Ora nell’esperimento Dzero condotto al Tevatron del Fermilab di Chicago, proprio alla vigilia della chiusura definitiva prevista per settembre, è stata registrata la violazione CP più grande mai osservata, in una collisione tra protoni e antiprotoni dalla quale sono emerse, fra le altre cose, delle particelle note con il nome di mesoni Bs. Queste hanno l’interessante caratteristica di potersi trasformare nella loro antiparticella e poi ritornate sé stesse. E così via.

Dopo la collisione, i mesoni Bs dell’esperimento si trasformano in altre particelle chiamate muoni. E i ricercatori hanno misurato una quantità molto superiore di muoni che di antimuoni, cosa che significherebbe che si è formata più materia che antimateria. Questo risultato conferma una precedente osservazione dello scorso anno che però aveva bisogno, come spesso capita in questo elusivo campo della fisica, di ulteriori conferme che oggi sono arrivate.

Ovviamente questo non spiega il perché l’Universo sia effettivamente fatto di materia ma potrebbe suggerire nuove vie per affrontare il problema, problema che è anche studiato a Ginevra, nel grande anello di particelle LHC.

L’articolo, molto tecnico firmato da centinaia di ricercatori, è disponibile sugli archivi della Cornell University.

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