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Al Gore è ricco = la CO2 rinfresca il clima

La notizia di un’iniziativa di Al Gore Jr. ha incoraggiato un lettore a clonare tre bovine di taglia, nell’ordine di apparizione, media, piccola ed extralarge  

Il PARCO DELLE BUFALE  – Da alcuni anni, il tenore di vita dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore Jr. dovrebbe dimostrare sia la sua ipocrisia che l’inesistenza del riscaldamento globale antropico. Per esempio, un lettore commenta:

Sul contenuto scientifico di “An inconvenient truth”, penso basti il parere della Camera dei Lord inglese, che ne ha vietato la proiezione in tutte le scuole inglesi, per l’assoluta mancanza di scientificità.

Basterebbe se la Camera dei Lord avesse mai espresso un parere, il film non fosse stato adottato in molte scuole inglesi e in tutte quelle scozzesi e gallesi, e persino nel processo intentato da “scettici” per impedirlo, il giudice non avesse sentenziato che – malgrado quelle che gli sembravano “nove inaccuratezze” – il film era “sostanzialmente basato su ricerche scientifiche e su fatti”. Il lettore confonde poi gli ambientalisti con gli eremiti:

(…) Al Gore, così ”pseudoambientalista” da vivere in una villa con due piscine, che consuma, da sola, energia elettrica come una piccola città.

Pingui plutocrati son stati ghigliottinati per molto meno, sennonché da quattro anni la casa di Al Gore è uno spot per la rivoluzione verde, un tale tripudio di pannelli solari, pozzi geotermici, collettori d’acqua piovana e congegni termoregolatori da ottenere la più alta classifica di sostenibilità mai raggiunta da un edificio storico. Quanto alla villa californiana acquistata l’anno scorso, la sua proprietà è incerta fino alla conclusione della procedura di divorzio. Proprio quando Oggi Scienza sta trasformandosi in Gossip Blog pur di fornire una corretta informazione, come il Parto la freccia il lettore scocca un ultimo consiglio:

     Per una analisi seria del problema, digitate NIPCC, con qualsiasi motore di ricerca.

Giusto. L’NIPCC è l’ideale per giocare a chi scopre più critiche infondate, ipotesi strampalate e contraddizioni interne nei testi di lobbysti dell’industria petrol-carbonifera e di scienziati noti unicamente per le ricerche assenti o smentite. Li accomunano il disprezzo per la scienza del clima, tra altre, e uno stile più da Experimental Demonstration of the Tomatotopic Organization in the Soprano Cantatrix Sopranica L. che da Global Climate Changes as Forecast by Goddard Institute for Space Studies Three-Dimensional Model, due classici che non hanno preso una ruga. Inoltre all’NIPCC partecipa pure il prof. Franco Battaglia, un nome, una garanzia.

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 Per un’analisi seria

Climate Change Reconsidered, il rapporto NIPCC integrale del 2009, presentato da Frederick Seitz, curato da Fred Singer e pubblicato dallo Heartland Institute

Nature, Not Human Activity, Rules the Climate, una sintesi del precedente

Recensione fatta e tradotta da ricercatori veri (è il post n. 9 verso il fondo della pagina)

–  Il capitolo sugli interessi politici ed economici dietro alla controversia americana sul clima in Merchants of Doubt di Naomi Oreskes ed Erik Conway.

Exxon Mobil Report: Smoke, Mirrors & Hot Air, l’inchiesta della Union of Concerned Scientists sul passaggio di “esperti” dal libro paga di Big Tobacco a quello di Big Oil.

Per un’analisi veloce

–  Un confronto tra le solite bufale e la scienza del clima

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