CRONACA

Biophilia – Björk, la scienza, la natura, la musica

NOTIZIE – L’ultimo lavoro di Björk è impressionante sia – e soprattutto – dal punto di vista creativo e dei contenuti, sia per la rivoluzione tecnologica – ma non solo – che sta introducendo nell’industria discografica. Biophilia (letteralmente “amore per la vita”) è un tributo appassionato alla natura, alla scienza. Ma è anche un esperimento high-tech e di cross-medialità comunicativa quasi perfetta. Ma è anche un nuovo approccio al processo creativo, alla musica, e persino all’insegnamento della stessa.

Che cos’è Biophilia nel concreto? Un album musicale (che verrà messo in vendita a partire da questo autunno), una serie di performance live ad alto contenuto tecnologico, dei video, un sito, e una serie di app per iPad e iPhone, forse destinate a rivoluzionare il modo in cui si vende la musica oggi. E poteva essere anche un video 3D in collaborazione con National Geographic (e magari lo sarà chissà). Al momento la cantante islandese ha fatto uscire il primo singolo “Crystalline” e due app, una delle quali è una sorta di app “madre” che riunirà tutte quelle successive (una per ogni singolo), che si apre con un’introduzione narrata nientepopodimeno che da Sir David Attemborough, naturalista inglese e noto divulgatore, definito dalla stessa Björk, come la sua “rockstar” da ragazzina – pare che la cantante a scuola fosse un sorta di nerd, amante soprattutto della matematica.

E proprio la scienza la fa da padrona nei contenuti di Biophilia: la formazione dei cristalli, la tettonica a placche, la replicazione del DNA. Prima di iniziare a scrivere la musica Björk ha passato mesi a documentarsi, leggendo libri di scienza, guardando documentari, dall’astrofisica alla teoria della cultura (“un giorno mi sono trovata in un bar a spiegare la teoria delle stringhe a un mio amico”). Il processo creativo dietro a questo progetto è stato enorme e complesso. Fra i primi passi c’è stata la proposta di National Geographic di scrivere la colonna sonora di un documentario 3D, collaborando con il regista francese Michel Gondry (già noto per le sue trame a forte “contaminazione scientifica”, chi ha visto “Se mi lasci ti cancello”?). Purtroppo come ha detto la stessa Björk, la realizzazione del documentario si è rivelata “come spingere un elefante su per una collina”, ma Gondry ha comunque firmato la regia del video del primo singolo estratto da Biophilia, Crystalline, che vedete qui sopra, dedicato alla crescita dei cristalli, come metafora della claustrofobia e dello sforzo di uscire da una chiusura su se stessi.

Dopo aver rinunciato al documentario e con l’uscita dell’iPad di Apple, Björk trova il suo supporto tecnologico ideale. Anche il modello di business usato qui è interessante: vengono chiamati a raccolta in Islanda alcuni dei più importanti sviluppatori mondiali per iPad. Il lavoro sarà gratis, ma avranno la metà dei profitti sulle vendite delle app. Fra i nomi notevoli Max Whitby e il matematico Theodore Gray, noti per passione per gli elementi chimici più rari e la loro app sulla tavola periodica (The Elements è stata messa da Apple nell’appstore al momento del lancio della sezione dedicata all’iPad nell’aprile del 2010 e ha venduto più di 200.000 copie).

Whitby e Gray hanno lavorato a due app per Biophilia, “Hollow” e “Crystalline”. Le app che saranno man mano messe in vendita saranno dei giochi interattivi, ad argomento scientifico. Per esempio gli utenti potranno costruire una “drum machine” con le basi del DNA (nella app di “Hollow”), combattere contro un esercito di ritmi “mutanti” (in “Virus”) o sistemare degli strati geologici per formare degli accordi (in “Mutual Core”).

Se non si fosse già capito una delle fisse di Björk è l’insegnamento della musica ai più giovani. Fin da ragazzina, quando frequentatava la Barnamúsikskóli (la scuola di musica di Reykjavík) era spesso impegnata in discussioni sul metodo d’insegnamento con il direttore della scuola (“più pratica, più scrivere, meno teoria”) e successivamente ha sempre desiderato aprire la sua scuola di musica (e infatti uno dei primi step del progetto Biophilia era in effetti la creazione di un museo/scuola di musica, poi abbandonato). Ora con Biophilia, la cantante sembra aver individuato un metodo. “Spero di mostrare che se si basa di più la musicologia sulle strutture della natura, non è poi così complicato.”

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.