CRONACA

Cinque miti sulla memoria (sfatati)

NOTIZIE – Nei processi spesso le sentenze di colpevolezza si basano sulla testimonianza oculare. Eppure tante volte gli psicologi hanno messo in guardia il pubblico: la memoria umana non è poi così affidabile e soprattutto il luogo comune si discosta da quanto è stato provato dalla scienza. L’ultimo lavoro in questo senso è stato pubblicato qualche giorno fa su PLoS One. Daniel Simons, dell’università dell’Illinois e Christopher Chabris dell’Union College di Schenectady, New York, hanno chiesto a un gruppo di esperti (psicologi che partecipavano a una conferenza) e a un numeroso gruppo di non esperti (1.800 cittadini statunitensi) di rispondere  a un questionario.

Nel questionario si chiedeva quanto il risponditore era d’accordo con cinque affermazioni comuni sulla memoria. Risultato? il senso comune è molto lontano da quanto emerge negli studi (posizone rappresentata dagli esperti) e tende a sovrastimare l’efficienza della memoria. In pratica la maggior parte dei non esperti (in media il 60%) erano d’accordo con frasi con cui gli esperti dissentivano fortemente.

Le cinque affermazioni nel questionario erano queste:

Amnesia: chi soffre di amnesia tipicamente non è in grado di ricordare la propria identità o il proprio nome

Testimonianza affidabile: la memoria umana funziona come una telecamera, che registra accuratamente gli eventi che vediamo e sentiamo così che siamo poi in grado di rivederli e  riesaminarli

Ipnosi: l’ipnosi è utile per aiutare i testimoni a rievocare correttamente i dettagli di un crimine

Eventi inattesi: in genere le persone si accorgono quando qualcosa di inaspettato entra nel loro campo visivo, anche se l’attenzione è puntata su qualcos’altro

Memoria permanente: una volta che abbiamo avuto un’esperienza e formato un ricordo, quel ricordo non cambia più

Qui sotto vedete la tabella riassuntiva con le percentuali di accordo/disaccordo di entrambe le categorie di risponditore. Al di là della curiosità, lo studio dimostra che certe assunzioni vanno prese con cautela. Gli stereotipi inaccurati sulla memoria possono infatti avere conseguenze molto pesanti, dalle delusioni degli studenti, che possono sopravvalutare l’efficienza della loro memoria in fase di apprendimento, ai ben più gravi verdetti giuridici sbagliati perché basati su testimonianze inaccurate.

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.