CRONACA

Povero tilacino

NOTIZIE – Trucidato dall’ignoranza dei contadini, si direbbe. Il povero tilacino (noto anche come lupo o tigre della Tasmania) estinto il secolo scorso, un po’ per i mutamenti del suo ambiente e un po’ perché preso a fucilate dai coloni (che pagavano pure una somma di denaro a chi contribuiva allo sterminio) perché accusato di mangiarsi le pecore. A parte il fatto che se anche l’avesse fatto lo stato australiano doveva comunque svegliarsi un po’ prima per la protezione di questa specie (le prime leggi di tutela sono state emanate due anni dopo la morte, nel 1936, dell’ultimo esemplare noto), pare che comunque questa accusa fosse del tutto infondata. Marie Attard e colleghi del gruppo di ricerca di biomecatronica computazionale dell’Università del Galles del Sud hanno ricostruito il comportamento predatorio del tilacino basandosi sul suo scheletro e lo hanno confrontato con quello di altri predatori che vivevano (e vivono tuttora) in Tasmania, il diavolo della Tasmania e il gatto marsupiale (gli ultimi due grandi carnivori rimasti in Australia).

Secondo le simulazioni il cranio del tilacino era sottoposto a uno stress maggiore degli altri due quando mordeva una preda. Comparando la risposta del cranio con quella degli altri predatori Attard e colleghi sono stati in grado di ricostruire la dimensione più probabile delle prede del tilacino. “Siamo abbastanza sicuri che i tilacini erano in competizione con carnivori più piccoli e si cibavano di opossum, bandiccot (non c’è una traduzione in italiano, sono mammiferi marsupiali dell’ordine dei Peramelemorphia) e wallaby (piccoli canguri).

La scoperta (oltre a dimostrare l’inutilità dell’ostilità degli allevatori verso questa specie) aggiunge un altro tassello alle cause che possono aver portato quest’animale all’estinzione: i carnivori troppo specializzati sono fra le specie più vulnerabili quando l’ambiente cambia.

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.