CRONACA

Kepler-16b in orbita attorno a due stelle

CRONACA – Niente fantascienza, questa è realtà: si chiama Kepler-16b ed è un pianeta che orbita attorno a un sistema di due stelle più piccole del Sole, un fenomeno mai osservato direttamente prima d’ora. Sicuramente non ospitale, infatti il pianeta è un gigante gassoso poco più piccolo di Giove e gelido e distante 200 anni luce dal Sole, rappresenta probabilmente una scoperta che allargherà gli orizzonti della conoscenza sulla formazione di sistemi planetari attorno ad altre stelle.

Lo ammetto: un po’ ci sono cascato anch’io. Press conference, notizia sotto embargo, la NASA che fissa un annuncio in pompa magna per una scoperta che riguarda il telescopio spaziale Kepler, che ha il compito di cercare pianeti extrasolari e in particolare gemelli della Terra, ho pensato: “ci siamo, annunceranno la scoperta di una nuova Terra”. E invece non è stato proprio così o meglio la scoperta c’è, ed è anche di notevole importanza, ma almeno per questa volta niente gemelli terrestri ne tantomeno omini verdi.

Niente alieni ne pianeti gemelli alla Terra quindi, ma quella annunciata oggi dagli scienziati della missione Kepler della NASA, e pubblicato sulla rivista scientifica Science è la scoperta di un pianeta extrasolare, ovvero un pianeta orbitante attorno a una stella diversa dal Sole… oups non attorno a una stella, ma bensì a due.

C’è un occhio speciale che da due anni è alla continua ricerca di pianeti extrasolari, si chiama Kepler ed è un telescopio spaziale in grado di rilevare la minima eclisse causata dal transito di un pianeta davanti alla propria stella. Già in grado di rilevare transiti di più pianeti attorno a una stella, nel caso di Kepler-16b il telescopio spaziale è riuscito a rilevare il transito di un pianeta che orbita non attorno a una ma a due stelle.

Kepler-16b è un pianeta gigante gassoso, distante qualche centinaia di milioni di kilometri dal sistema stellare doppio Kepler-16A e Kepler-16B, distanza paragonabile a quella del pianeta Venere rispetto al Sole nel Sistema Solare. I ricercatori ipotizzano che si sia formato dall’aggregazione di gas e polveri residui dalla nube stellare dalla quale ha avuto origine l’intero sistema. Kepler-16b impiega circa 229 giorni a compiere un’orbita completa attorno alle due stelle, che hanno una massa inferiore a quella solare, rispettivamente il 20 e il 69%, il che implica anche una minore temperatura stellare rispetto al Sole. Questa caratteristica fa si che Kepler-16b, anche se relativamente vicino alle stelle del sistema si trovi fuori dalla fascia di abitabilità, ovvero quella zona dove può mantenersi acqua allo stato liquido, requisito fondamentale per lo sviluppo della vita come la conosciamo qui sulla Terra.

L’importanza di questa scoperta risiede nel fatto che mai prima d’ora era stato osservato direttamente il transito di un pianeta attorno a un sistema stellare doppio, finora si erano individuati, con metodi indiretti, solo pianeti che orbitavano attorno a una delle stelle del sistema. Per Kepler-16b i ricercatori del team di Kepler guidati da Laurance Doyle del SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) Institute in California, hanno osservato una variazione di luminosità anche quando le due stelle, in orbita l’una attorno all’altra, non si stavano eclissando, il che indicava la presenza di un terzo corpo. Ulteriori calcoli hanno permesso di determinare la presenza del pianeta in orbita attorno all’intero sistema.

“Kepler-16b è senza dubbio il primo pianeta gioviano scoperto
in orbita circumbinaria attorno a due stelle di tipo ‘normale’, una della
quali non molto diversa in caratteristiche dal nostro Sole”. Commenta così la scoperta Alessandro Sozzetti ricercatore dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Torino, “la scoperta è
particolarmente importante. Infatti, se sistemi planetari si possono
formare attorno ad ogni tipo di sistema stellare, l’ubiquità dei sistemi
di stelle nella nostra galassia, inizialmente non ritenuti ambienti ideali
per la formazione di pianeti (un probabile residuo di ‘Terracentrismo’!),
implica chiaramente che le possibilità di realizzazione di pianeti di
tipo terrestre e abitabili sono molto maggiori di quanto si pensava
solamente fino a ieri!”.

Oltre al team della missione Kepler alla conferenza stampa nella quale è stata annunciata la scoperta di Kepler-16b era presente anche un “intruso” speciale ovvero John Knoll, visual effects supervisor della Industrial Light and Magic, uno spin-off della Lucasfilm, la casa di produzione cinematografica di George Lucas, il padre di Star Wars. Knoll è intervenuto proprio a sottolineare quanto Kepler-16b somigliasse a Tatooine il pianeta natale della famiglia Skywalker, immaginato nella pellicola di Lucas, come un pianeta immerso anch’esso in un sistema di stelle binarie anche se con qualche differenza rispetto al sistema di Kepler-16b. Inoltre Knoll ha sottolineato come molto spesso la fantascienza anticipi alcune scoperte scientifiche, “tuttavia, il più delle volte, le scoperte scientifiche dimostrano di essere più spettacolari di qualsiasi cosa osiamo immaginare”. E di come “scoperte scientifiche come queste influenzino e ispirino sceneggiatori cinematografici e scrittori di fantascienza”, conclude John Knoll.

C’è però da dire una cosa: un annuncio del genere arriva casualmente a ridosso del lancio del nuovissimo cofanetto in Blu-ray rimasterizzato e ridigitalizzato di Star Wars, i più malpensanti penseranno che la notizia potrà essere stata usata come un ottimo lancio pubblicitario quasi studiato a tavolino per questa “nuova” creatura di Lucas, ma noi ovviamente no.

Qui e qui potrete guardare due video che ricostruiscono l’orbita del sistema binario col suo pianeta

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