COSTUME E SOCIETÀ

Noooooooooo

COSTUME E SOCIETÀ – Il 15 Settembre la NASA ha annunciato in grande stile la scoperta di Kepler-16b, un pianeta che orbita attorno a due stelle. Anche senza i titoli di alcuni giornali del tipo “La Nasa scopre Tatooine!!!!!!!!!”, probabilmente la prima immagine che la notizia ci ha evocato è appunto quella del pianeta di Luke Skywalker della saga di Guerre Stellari, magari proprio quella scena dove il futuro Jedi scruta pensieroso l’orizzonte. Poco importa che il pianeta in questione sia una gelida palla di gas: l’immagine evocata dalla maggioranza delle persone sarebbe stata sempre e comunque simile a quella qui a fianco. Infatti, come abbiamo visto, alla conferenza stampa era presente Industrial Light and Magic (divisione della Lucasfilm, casa di produzione del modesto creatore della saga George Lucas) nella persona di John Knoll, veterano degli effetti visivi che dalla sua prima collaborazione nel film Il ritorno dello Jedi (1983) ha messo lo zampino in pietre miliari del settore (e non solo) come The Abyss, Caccia a Ottobre Rosso, Mission: Impossible, Harry Potter, Pirati dei Caraibi e Avatar.

Lavorando a un film, spesso dobbiamo cimentarci a creare qualcosa mai visto prima. Ma spesso succede che le scoperte scientifiche si rivelino più spettacolari di quanto osiamo immaginare. Non c’è alcun dubbio che queste scoperte influenzano e ispirano i narratori. La loro stessa esistenza ci insegna a sognare e ad aprire le nostre menti a nuove possibilità che vanno oltre ciò che pensiamo di sapere. (fonte)

Come scriveva Matteo Soldi, è improbabile che Knoll si trovasse alla conferenza stampa per scopi puramente “filosofici”.

C’è però da dire una cosa: un annuncio del genere arriva casualmente a ridosso del lancio del nuovissimo cofanetto in Blu-ray rimasterizzato e ridigitalizzato di Star Wars, i più malpensanti penseranno che la notizia potrà essere stata usata come un ottimo lancio pubblicitario quasi studiato a tavolino per questa “nuova” creatura di Lucas, ma noi ovviamente no.

Fa eco nei commenti Andrea Bernagozzi

Altrettanto casuale che oggi negli Usa cominci su Cartoon Network la quarta stagione di The Clone Wars, serie televisiva anch’essa spin off di Star Wars (Guerre stellari, si diceva ai miei tempi). Però però… Guardate William Borucki, il principale artefice e responsabile della missione Kepler. Non vi ricorda qualcuno? Esatto, Yoda! Certo nella foto ufficiale NASA non ha le orecchie lunghe e sporgenti, ma potrebbe essere una rielaborazione digitale della ILM…

In effetti, nella meno tendenziosa delle ipotesi, la scoperta è stata una inaspettata manna dal cielo per quelli del marketing della nuova edizione in Blu-Ray, che già non è che siano costretti a spremersi molto le meningi, visto che a propagare il mito di Star Wars bastano e avanzano i fan. Quanto inaspettata? Forse non bisogna fare troppa dietrologia: il cofanetto era già pronto al momento della conferenza stampa (l’uscita per settembre era stata annunciata a Gennaio , e visto che ormai con gli inserti speciali “inediti” si raschia il fondo del barile, un po’ di anticipo, forse, avrebbe dato l’opportunità di inserire un bello speciale sul “vero” Tatooine, del quale invece dovremo fare a meno (almeno fino al già annunciato 3D, o al prossimo cambio di standard per l’home video).

Usando banalmente lo strumento Google Trends, l’operazione sembra aver dato comunque i suoi frutti: dal giorno della conferenza stampa il volume di ricerca per “star wars” è piuttosto aumentato.

Ma a parte questo colpo di fortuna, cosa ci si è inventati per il repackaging dell’epica saga (fantascientifica?) che da quasi quarant’anni guadagna posizioni nella cultura pop, radendo al suolo come un AT-AT anche le barriere generazionali?

Ad esempio questo: il temibile Dart Vader che, ne Il Ritorno dello Jedi, urla un Nooooooo, simile al lamento finale del terzo prequel, la Vendetta dei Sith (2005).

Questo video è un montaggio di un fan basato sulle indiscrezioni riguardo alle modifiche apportate da Lucas (che includono anche altre modifiche all’audio accolte con altrettanto scetticismo) e l’urlo inserito si è rivelato meno drammatico ma il tutto è bastato per creare un certo disappunto da parte dei fan, che hanno risposto come si conviene in questi casi: con un meme. Ecco una delle più popolari parodie “di protesta”, con il Nooooooo inserito a forza in alcuni classici del grande schermo.

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac