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Medievale a chi?

FUTURO – Un anno fa vi avevamo parlato del progetto del LIAAM (Laboratorio di Informatica Applicata all’Archeologia Medievale) relativo allo scavo archeologico del Castello di Miranduolo. Si avvia alla conclusione l’ultima stagione di scavi e vale la pena fare il punto su questo interessante esperimento di archeologia 2.0 tutto italiano.

Dal 2001, appena partiti i lavori di scavo, la divulgazione in tempo reale (o quasi…) dei progressi è stata affidata al web tramite un apposito sito Internet. Forse ce lo siamo dimenticato, ma i social network e la banda larga dieci anni fa non esistevano: Facebook, il perfido strumento che “corrompe i giovani e non crede agli dei in cui crede la città, ma introduce nuove divinità” avrebbe conquistato l’Italia solo nel 2008.

Eppure, volenti o nolenti, gli archeologi hanno presto capito che l’informatizzazione non bastava e i progetti a breve e lungo termine richiedevano appunto una piattaforma il più possibile standardizzata per la condivisione dei contenuti. Facebook dava tutto questo gratis e subito.

Dal 2009 quindi il lavoro al Castello procede su un “doppio binario”: Facebook e il sito.

Sul gruppo, aperto a tutti, un flusso costante di aggiornamenti, sul sito i contenuti metodicamente organizzati. Sottoprodotto di questa operazione, è un outreach automatico e che si autoalimenta.

Ovviamente non è tutto così semplice: occorre un equilibrio tra l’ “anarchia” tipica dei social network e il necessario controllo (non dimentichiamoci del binario sito web..) ma, tra accese discussioni e reciproche congratulazioni, il gruppo ha aggiornato giorno per giorno, dalla primavera all’autunno, oltre 600 iscritti.

Sul versante puramente tecnologico quest’anno si sono aggiunti alla cassetta degli attrezzi degli archeologi “Zanzarone“, un quadricottero per la ricognizione aerea e, come prevedibile, l’iPad, con il quale utilizzando il programma Myjournal è possibile editare un diario di scavo e archiviare i dati in un database direttamente sul campo. E persino la realtà aumentata è stata presa in considerazione.

Difficile immaginare cosa possa riservare il futuro (forse Google plus?) ma intanto, se avete intenzione di partecipare alla prossima campagna di scavo (qui i dettagli relativi a quella in corso fino al 28 ottobre) preparatevi a seguire seminari previsti di informatica applicata all’archeologia, oltre a lavorare sodo.

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac