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Vedere attraverso i muri

FUTURO -Avere i poteri di Superman per vedere attraverso i muri potrebbe diventare presto una realtà, grazie a un nuovo strumento sviluppato nei laboratori del Massachusetts institute of technology (MIT) di Boston. E le prime applicazioni ricadono immediatamente nel settore militare. Immaginate il vantaggio che può derivare dal poter vedere chi si nasconde in una casa o dietro un muro nel corso di conflitti urbani o durante le irruzioni negli edifici.

I ricercatori del Lincoln Laboratory hanno sviluppato il concetto (tutt’altro che nuovo) del radar, utilizzando  le cosìddette “onde della banda S” che hanno più o meno la stessa lunghezza d’onda usata dai sistemi wireless. Il principio è semplice. Le onde vengono prodotte da 13 emittitori e “sparate” contro il muro: circa il 99% rimbalza e solamente una piccolissima percentuale riesce a oltrepassarlo. A questo punto le onde che incontrano un oggetto sulla propria traiettoria al di là del muro seguono lo stesso destino: rimbalzano e tornano indietro, incontrando di nuovo l’ostacolo del muro. Questo processo fa sì che solo una piccola parte del segnale (lo 0.0025%)  raggiunge gli 8 rilevatori collocati al punto di partenza.

Grazie a sistemi di amplificazione del segnale e a degli opportuni filtri per schermare quelli che derivano dalle onde rimbalzate dal muro, John Peabody e Gregory Charvat sono riusciti a ottenere buoni risultati. Il dispositivo ha volutamente dimensioni ridotte, per poter essere facilmente trasportato e impiegato un azioni militari. Infatti sarebbe stato possibile migliorare le prestazioni del radar utilizzando onde a lunghezze d’onda maggiori, ma questo avrebbe comportato un aumento delle dimensioni dello strumento.

Dettaglio non trascurabile, le immagini vengono acquisite con una frequenza dei fotogrammi pari a 10.8 al secondo, che consente la visualizzazione in tempo reale di ciò che accade al di là dell’ostacolo.

Dobbiamo ammeterlo, come si vede nel video qui sotto, i risultati al momento non sono perfetti. Il sistema lavora infatti secondo un metodo sottrattivo, confrontando le immagini ottenute a istanti successivi e perciò è in grado di rilevare solamente i bersagli in movimento (il sistema è in grado di rilevare anche micro movimenti). Le immagini sembrano dei blob di pixel colorati, ma al MIT stanno già lavorando per migliorare lo strumento e ottimizzare gli algoritmi di analisi.

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