AMBIENTE

Ucciderle con dolcezza?

AMBIENTE – Negli Stati Uniti continuano le ricerche sulle cause della sindrome di spopolamento degli alveari. Secondo gli autori di “Killing them with kindness?, la mortalità delle api sarebbe anche di origine iatrogena.

Le api mellifere americane si sono riprese dalla grande “scomparsa” del 2006-2007, ma la mortalità invernale resta più elevata che in Australia, da dove sono importate molte colonie e le norme sull’uso dei farmaci veterinari sono più restrittive. David Hawthorne e Galen Dively, del Dipartimento di entomologia all’università del Maryland, sono partiti dalla costatazione che negli alveari si trovano in contemporanea i residui di molti farmaci e dall’ipotesi che la loro sinergia interferisse con il metabolismo. Come avviene in altri animali, umani compresi.

Su PLoS ONE, pubblicano l’esito di esperimenti con le combinazioni più diffuse di trattamenti stagionali contro gli acari e altri parassiti e patogeni. Nelle giovani operaie la mortalità aumentava dal 7 al 51% se alla somministrazione di verapamil o di ossitetraciclina – degli antibiotici  – seguiva quella dell’acaricida Coumaphos, e dal 5,6 al 39% con il tau-fluvalinate, venduto in Italia sotto il marchio Apistan per esempio.

Nelle api pretrattate con il verapamil, la “tossicità orale acuta era significativamente più elevata anche per i tre insetticidi neonicotinoidi” usati in agricoltura (1): imidacloprid (Gaucho), acetamiprid (Epik) e thiacloprid (Calypso). Nei gruppi di controllo che ricevevano solo verapamil, verapamil e sucrosio, o solo sucrosio la mortalità era del 2%.

Gli antibiotici, spiegano i ricercatori, bloccano l’azione di glicoproteine essenziali al “meccanismo di resistenza multipla ai farmaci”: Normalmente partecipano al trasporto fuori dalle cellule e poi dall’organismo delle sostanze “xenobiotiche”. Quando le api non riescono più a metabolizzarle, le tossine si accumulano e le avvelenano.

(1) In Italia sono “sospesi” dal 2009, salvo speciale deroga. La sospensione è stata prorogata fino al 31 ottobre 2011 da un decreto del Ministero della Salute del 28 giugno scorso.

Foto: Discover Life

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