ricerca

La mappa del futuro

FUTURO – L’istituto del Futuro (Institute of the Future) un think tank americano nato per indicare alle organizzazioni “la via per il futuro” e cioè quali direzioni prendere nella pianificazione, offrendo previsioni su come si svilupperà la scienza e la tecnologia nel futuro (per esempio nel 1969 ha condotto studi sull’impatto di ARPANET, il futuro Internet) ha pubblicato A multiverse of Exploration: the future of science 2021. La mappa fa parte delle previsioni a dieci anni che IotF normalmente offre, ed è pensata come “una guida per trovare il vostro percorso attraverso il dinamico, turbolento e sorprendente multiverso dell’esplorazione.

La mappa è pensata come un’immagine ad alta definizione dello spazio dove sono identificate sei “stelle”, e cioè i sei campi della ricerca che avranno maggiore sviluppo da qui a dieci anni:

Decifrare il cervello: una campo al confine fra neuroscienze, biologia molecolare e computer science che intende retroingegnerizzare (e cioè creare la macchina partendo dalla soluzione) il cervello umano.

Addentare lo spazio: La conquista dell’ultima frontiera cambia prospettiva. Se le agenzie spaziali che fino ad oggi hanno finanziato la ricerca spaziale sono in crisi e tagliano i budget, saranno a le compagnie pubbliche e private a essere le nuove protagoniste, relegando le prime a partner commerciali.

Dati “Massively multiplayer“: l’interazione fra i dati raccolti (attraverso network di sensori, computazioni distribuite…) emerge come un campo di studi a se stante. La complessità dei flussi di dati disponibili oggi chiede nuove tecnologie, nuovi strumenti, nuove pratiche per tradurli in conoscenza.

Mare, il futuro: gli oceani diventano la nuova frontiera per l’energia, l’ecologia, e l’ingegneria. Nel prossimo decennio l’esplorazione degli abissi userà gli strumenti della genomica, gli scienziati guarderanno al mare come fonte di energia rinnovabile.

Materiali strani: La scienza dei materiali nel prossimo decennio offrirà cose impossibili come l’invisibilità, nanomacchine assemblate con il DNA e metalli che cambiano forma schiacciando un bottone.

Evoluzione ingegnerizzata: Madre Natura avrà un collaboratore. Strumenti a basso costo ci permetteranno di manipolare la biologia fin dai più piccoli mattoncini

La mappa (che trovate qui), è il risultato di un anno di lavoro (interviste, studio della letteratura scientifica, una Open Science “unconference” e un workshop) condotto da Marina Corbis, Ariel Waldman e David Pescovitz. Secondo questi autori nel prossimo decennio si delineerà anche una nuova ecologia della scienza che vedrà sempre più rilevanti gli apporti partecipativi dal basso.

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.