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Una striscia di gesso

FUTURO – Forse per i comuni mortali non è così eccitante e non cambierà di una virgola la giornata, ma per Steve Squyres della Cornell University “è una notizia che fa balzare i geologi dalla sedia”.

Opportunity, il rover della NASA, ha infatti trovato delle vene di un minerale che apparentemente sembra gesso. “Rappresenta la prova schiacciante che l’acqua è filtrata attraverso fratture sotterranee nella roccia”, ha dichiarato Squyres, il principale ricercatore del progetto Opportunity. “Questa roba è un deposito chimico piuttosto puro, formatosi esattamente dove lo vediamo”, aggiunge. È un particolare importante, perché in passato si sono già individuate tracce di gesso su Marte, ma la loro origine era incerta.

I risultati del ritrovamento, presentati mercoledì scorso alla conferenza dell’Unione dei geofisici americani, a San Francisco, sono un passo importante nell’affannosa ricerca della NASA di prove inequivocabili della presenza d’acqua su Marte.

“Homestake” (così è stata battezzata la vena esaminata) è lunga una cinquantina di centimetri e larga più o meno due, e si trova in una zona dove la roccia sedimentaria ricca di zolfo incontra quella vulcanica. I ricercatori hanno usato il microscopio e lo spettrometro a raggi X del rover per esaminare il deposito, identificando una notevole quantità di calcio e zolfo, e di conseguenza solfato di calcio relativamente puro.

Il solfato di calcio esiste in diverse forme, che variano a seconda della quantità d’acqua legata alla struttura cristallina del minerale. I dati provenienti dalla telecamera di Opportunity suggeriscono che si tratta di solfato di calcio idrato: gesso.

L’entusiasmo tra gli scienziati è notevole, e Benton Clark dello Space Science Institute di Boulder (Colorado), che fa parte del team di Opportunity, ha dichiarato che “potrebbe essersi formato in un tipo di ambiente acquatico, un tempo ricco di organismi”.

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