SALUTE

Riesce a sentirmi?

SALUTE – Riesce a sentirmi? Capisce ciò che sto dicendo? Sono domande molto pesanti quando si cerca di comunicare con una persona che pare assente a causa di gravi lesioni cerebrali. La risposta è difficile, e non si tratta soltanto di una questione medica, dal momento che rappresenta un tema con forti implicazioni emozionali e decisionali per parenti e amici.

Ora uno studio pubblicato su Brain aiuta a distinguere con maggiore sicurezza i pazienti in stato vegetativo (VS) dai pazienti che recuperano un livello minimo di coscienza (MCS), pur non riuscendo a comunicare con l’esterno.

Un team italiano, del Dipartimento di Scienze Cliniche “Luigi Sacco” dell’Università degli Studi di Milano assieme a uno belga, il Coma Science Group dell’Université de Liège, ha adottato una nuova tecnica su un gruppo di pazienti gravemente cerebrolesi in coma.

“I risultati ci suggeriscono che si possono monitorare in maniera efficace i correlati neurali del recupero di coscienza nei pazienti gravemente cerebrolesi e incapaci di comunicare”, dichiara Marcello Massimini, che ha coordinato il lavoro del gruppo italiano.

Combinando la stimolazione magnetica transcranica (TMS) ed elettroencefalogramma (EEG) i ricercatori hanno misurato in maniera non invasiva la comunicazione interna al cervello. In questo modo sono riusciti a stabilire che i pazienti in stato vegetativo mostrano l’assenza di comunicazione tra le aree corticali, nonostante appaiano svegli. Al contrario, nei pazienti con un minimo livello di coscienza, questa comunicazione c’è.

È un passo importante, se pensiamo che attualmente la distinzione tra le due tipologie di paziente è estremamente difficile, e gli errori diagnostici restano ancora molto elevati.

Immagine di “dierk schaefer” (CC)

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