AMBIENTE

Guai in vista per Nemo

AMBIENTE – Su Nature Climate Change due ricercatori norvegesi, quattro australiani e Paolo Domenici dell’Istituto per l’ambiente marino costiero del CNR, a Torre Grande (Oristano) pubblicano una ricerca in… neuroclimatologia? Comunque la si voglia chiamare, riguarda le conseguenze dell’acidificazione degli oceani dovuta alle nostre emissioni di CO2.

Se continua ad aumentare la concentrazione di CO2 in mare (ne aggiungiamo 2,3 miliardi di tonnellate ogni anno…), i Garibaldi, i Pagliacci come Nemo e altri pesciolini rischiano di perdere la Trebisonda. In laboratorio si gasano, diventano imprudenti e da larve non sanno girare a destra o a sinistra insieme al branco.

In passato, gli autori avevano già osservato che non sentivano l’odore né dei predatori né della barriera corallina nella quale nascondersi di notte e dalla quale allontanarsi di giorno. Dopo l’odorato, ne hanno controllato l’udito – di giorno, nella barriera c’è parecchio rumore – e l’hanno trovato difettoso anch’esso.

Se s’inceppano funzioni diverse è difficile che il danno riguardi singole aree del cervello. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che oltre una certa soglia, la CO2 interferisse con la bio-chimica cerebrale di base. Infatti nel Neopomacentrus azysron (stessa famiglia di Garibaldi) usato negli esperimenti hanno visto che un tasso di CO2 poco più elevato di quello oceanico attuale stimola i recettori per il neurotrasmettitore GABA, che regola l’attività elettrica dei neuroni e impedisce loro di “sparare” a vanvera.

Per verificare che era colpa dell’eccesso di GABA, hanno diluito in una delle vasche una sostanza antagonista – che ne tappa il recettore, come certi ansiolitici usati in psichiatria – e nelle larve di Neopomacentrus azysron, i “deficit” motori e sensoriali sono scomparsi.

Secondo Paolo Domenici e i suoi colleghi, è probabile che i danni siano più marcati nei pesci e nei crostacei che consumano molto ossigeno, nel sangue hanno poca CO2 e, diversamente da noi, sono poco attrezzate per liberarsene. Tuttavia,

Data l’ubiquità e la funzione conservata (nel corso dell’evoluzione, ndt) dei recettori GABA-A, prevediamo che crescenti livelli di CO2 possano causare deficit sensoriali e del comportamento in un’ampia gamma di specie marine.

“Un’ampia gamma” comprende anche gli astici e le aragoste che si pescano nel mare di Torre Grande e di Caprera, l’isola di Garibaldi.

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Immagine: Nick Hopgood (CC)

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