COSTUME E SOCIETÀ

Il senso dei bimbi per il giusto

COSTUME E SOCIETÀ – Altruismo ed egoismo si manifestano nell’essere umano già in età molto precoce. Per l’essere umano la cooperazione è un elemento chiave per la sopravvivenza, nonostante la natura paradossale delle attività cooperative  – che in genere hanno un costo per l’individuo, ma non sempre un beneficio diretto – e nonostante il fatto che la selezione naturale metta di solito gli individui in competizione. È vero però che l’altruismo e la correttezza verso gli altri membri della specie possono favorire il benessere del gruppo e offrire di conseguenza all’individuo più di quanto questo dia singolarmente (spesso a patto che anche gli altri collaborino e nessuno o pochi altri individui del gruppo imbroglino). Diverse sono le ipotesi evoluzioniste che hanno cercato di spiegare come l’evoluzione porti alla selezione dei comportamenti altruisti e del senso della correttezza (vantaggi individuali indiretti, kin selection…). Per esempio per Richard Dawkins, celebre scienziato evoluzionista, l’altruismo non sarebbe che “egoismo travestito”.

Studi ben consolidati hanno dimostrato che il senso della correttezza tra membri della stessa comunità è presente nei bambini di sei o sette anni e studi più recenti suggeriscono che anche la tendenza a condividere si sviluppa abbastanza tardi nell’infanzia. Ma prima di quell’età i  bambini sono dunque fondamentalmente egoisti? Non è detto. Stando ad uno studio pubblicato su PloS One già a 15 mesi i bambini mostrerebbero un certo senso per la giustizia e una tendenza a condividere altruisticamente.
Quarantacinque bambini americani hanno partecipato ai due esperimenti condotti dai ricercatori dell’Istituto di Antropologia Evolutiva Max Plank di Lipsia e dell’Università di Washington, il primo un cosiddetto violation-of-expectation paradigm (paradigma di violazione dell’aspettativa – VOE), il secondo un compito di condivisione di giochi.
Nel primo test i ricercatori hanno fatto vedere ai bambini un film dove una persona dava dei cracker e del latte ad altre due persone, prima somministrando il cibo in parti uguali e poi in maniera iniqua. Nel secondo, ad ogni bambino erano consegnati due giochi, uno meno interessante e uno invece preferito. A quel punto i ricercatori chiedevano ai bambini di cedere a loro uno dei due giocattoli.
Il risultato ha mostrato che anche i bambini di poco più di un anno sono in grado di avere un’idea della giustizia e di essere altruisti oppure no. Così gli autori dello studio hanno potuto distinguere tra “condivisori altruisti” e “condivisori egoisti”. Gli altruisti rimanevano sorpresi quando la distribuzione di cibo del primo test non era giusta; molti degli egoisti invece mostravano sorpresa  quando il cibo era diviso equamente e se, nel secondo test, gli altruistic sharers in molti casi cedevano il gioco preferito allo sperimentatore, la maggioranza degli egoistic sharers cedeva il giocattolo al quale teneva meno. Ciò non toglie che il 68% dei bambini ha deciso di condividere almeno uno dei due giocattoli. Chissà, potendo ripetere il test con gli stessi bambini tra dieci e poi venti anni, come muterebbe questa percentuale…

Immagine: Schmidt, Sommerville (CC)

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.