COSTUME E SOCIETÀ

Ritratto dell’1%

COSTUME E SOCIETÀ- Da qualche anno, alcuni psicologi dell’Università della California a Berkeley studiano “il rapporto tra classe socio-economica e comportamenti sociali e asociali” e le differenze che si manifestano in un periodo di crisi economica. L’ultima ricerca del dottorando Paul Piff e dei suoi colleghi misura il livello di onestà dei privilegiati, per ceto o per censo. È basso.

Il risultato è chiaro già dal titolo dell’articolo anticipato on-line dai PNAS, “Higher social class predicts increased unethical behaviour”. Gli autori hanno reclutato un migliaio di studenti, studentesse e abitanti di Berkeley ai quali hanno fatto compilare questionari sul loro atteggiamento rispetto all’assenza di principi morali, e chiesto di indicare la classe sociale cui appartengono in base alla scala MacArthur dello status socio-economico soggettivo. Li hanno poi arruolati a gruppi di cento o duecento in una serie di esperimenti. Per esempio

–  Dopo essere stati incitati a considerarsi dei privilegiati magari identificandosi con Donald Trump, alcuni volontari non privilegiati erano lasciati soli con un barattolo dal quale potevano prelevare fino a due caramelle. Ne prendevano il doppio e più, proprio come gli autentici privilegiati.

– In un gioco di ruoli, i volontari facevano la parte del datore di lavoro che contratta sullo stipendio con un candidato per un posto che pochi mesi dopo sarebbe stato soppresso, informazione che ognuno era libero di fornire o meno al candidato. I privilegiati erano meno propensi a fornirla;

– In un gioco al computer, ognuno doveva lanciare cinque volte un dado e riferire il punteggio totale, il giocatore con il punteggio più  alto avrebbe vinto un premio. All’insaputa dei volontari, il dado non superare i 12 punti. I privilegiati erano più propensi a riferire un punteggio più alto;

– Dopo aver pensato ai vantaggi dell’avidità, alcuni volontari leggevano esempi di comportamenti scorretti sul luogo di lavoro, come usar le risorse dell’azienda a fini personali, regalarne i prodotti agli amici, accettare bustarelle, far pagare un sovrapprezzo ai clienti per raggiungere il fatturato giusto per il bonus, licenziare 500 persone per far risparmiare l’azienda e ottenere un bonus ecc.  In questo caso, tutti erano disposti a comportarsi male. Nel gruppo di volontari che all’inizio dovevano solo pensare a quello che avevano fatto durante il giorno, i privilegiati erano di nuovo meno etici dei non privilegiati.

(Questo riassunto semplifica parecchio gli esperimenti, chiedo scusa. Per fortuna sono descritti nei materiali supplementari, accessibili anche ai non abbonati.)

Un controllo finale è avvenuto fuori dal laboratorio. A un incrocio della Bay Area, a San Francisco, gli psicologi hanno appostato “pedoni” che in realtà dovevano osservare il comportamento degli automobilisti, registrarne il sesso e l’età, e le caratteristiche della macchina. Chi guidava un’auto nuova fiammante o di lusso era da tre a quattro volte più prepotente e meno ligio al codice della strada.

La ricerca ha suscitato valanghe di battute e commenti sulla minoranza con più milioni che scrupoli morali, ovviamente. Nel caso i non milionari si sentissero moralmente superiori però, il sociologo Adam Galinsky fa notare che, senza dirlo, gli autori hanno anche misurato l’ingiustizia insita in tutti i rapporti disuguali di potere. Sul lavoro come in famiglia.

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Crediti immagine: Gage Skidmore CC

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