AMBIENTE

I costi (disumani) dell’inazione – II

AMBIENTE – Il nuovo rapporto dell’Asian Development Bank conferma una proiezione del 1997 sulle vittime annue dei cambiamenti climatici. Era dovuta a Norman Myers, dell’università di Oxford, che l’anno scorso è stato a sua volta vittima di una campagna di denigrazione.

Gli analisti della Banca quantificano i danni economici per i paesi del sud-est asiatico e le isole del Pacifico, in particolare per le metropoli lungo le coste e i fiumi, nonché costi e benefici delle misure per ridurre le emissioni, dal momento in cui vengono adottate. I costi peggiori sono quelli umani. Nel 2010 i migranti per disastri ambientali causati dalla maggior frequenza e intensità degli “eventi meteorologi estremi” – alluvioni, siccità, ondate di calore ecc. – sono stati 42 milioni.

Nel 1997 Norman Myers scriveva in “Environmental Refugees” che nel 2010 sarebbero stati “almeno 50 milioni”, cifra poi citata dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Nell’aprile 2011, gli “scettici” in merito al riscaldamento globale hanno accusato il prof. Myers, l’ONU e le Ong umanitarie di “esilarante inettitudine”: dei migranti non c’era traccia, le emissioni di gas serra non avevano danneggiato nessuno. (1)

Per dimostrare quell’esilarante inettitudine, gli “scettici”non avevano dati. Le stime mondiali dell’Alto commissariato ai rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) sarebbero usciti due mesi dopo. Quelle regionali, più precise, cominciano a uscire ora.

La proiezione di Norman Myers era giusta. Ai 42 milioni di migranti climatici del sud-est asiatico si aggiungono i 13-14 milioni stimati dall’UNHCR per l’America Latina e l’Africa orientale e subsahariana. Eppure anche in Italia gli “scettici” continuano a negare l’effetto serra della CO2 e a ripetere che

ridurre le emissioni, bloccando lo sviluppo, avendo costi enormi, per ottenere una mitigazione di qualche centesimo di grado dimostrata da nessuno tra l’altro è davvero una follia collettiva a cui bisogna porre fine quanto prima…

Quando travisano la fisica o scelgono dati di comodo per sostenere che le temperature sono stabili da 15 anni, si può anche scherzarci su. Quando negano la sofferenza di milioni di persone, passa la voglia.

(1) La campagna era iniziata con alcuni errori forse in buona fede, ripresi e amplificati dalWall Street JournalMarlo LewisAnthony WattsPatrick MichaelsJunk ScienceThe Australian ecc.

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