SALUTE

L’evoluzione è un fatto (purtroppo)

Image of Artemisia annuaSALUTE – Per combattere la malaria, occorre trovare nuovi insetticidi e farmaci prima che zanzare e parassiti diventino resistenti a quelli in uso. Come previsto in teoria, il plasmodio comincia a tollerare l’artemisinina anche somministrata in un “cocktail”. Una ricerca su pazienti alla frontiera tra Thailandia e Myanmar mostra che in dieci anni il farmaco ha perso due terzi della propria efficacia. È l’ora delle zanzare geneticamente modificate?

A dicembre, le notizie erano incoraggianti. Stando alle stime annue dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010 le vittime della malaria erano state “soltanto” 655 mila, per l’86%a bambini sotto i cinque anni e per il 91% in Africa subsahariana: dal 2000 la mortalità mondiale era calata del 25% e in alcuni paesi africani del 50%.

Ma in Cambogia la resistenza all’arteminisina (o meglio all’artesunate, all’artemetere e simili derivati dalla pianta) era stata confermata l’anno prima. E si sospettava in Vietnam e in Thailandia come in altri paesi asiatici dove alcune case farmaceutiche locali continuano a vendere artesunate singolarmente, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne abbia chiesto il bando e la sostituzione con terapie combinate.

Sul Lancet, Aung Pyae Phyo e gli altri ricercatori coordinati da Anderson e Nosten riferiscono il risultato di analisi del sangue di 3.200 pazienti fatte nel corso di 10 anni dall’altra parte della Thailandia. Hanno comparato il tasso delle mutazioni genetiche del plasmodio con quello trovato in Cambogia e calcolato che entro 6 anni al massimo, più probabilmente 3-4, sarebbe stato immune al farmaco.

Era successa la stessa cosa con la clorochina alla fine degli anni Settanta, dopo un ventennio di uso quasi esclusivo. All’epoca la Cina aveva già adottata l’artemisinina, isolata da Tu Youyou, una farmacologa dell’esercito cinese, nel corso di una ricerca sulle piante della medicina tradizionale. Il governo l’ha condivisa con alcuni  paesi alleati del sud-est asiatico alla fine degli anni Novanta, e con il resto del mondo all’inizio del secolo.

Così sono stati persi vent’anni e non esistono ancora derivati di sintesi dell’artemisinina. Malgrado progressi nella coltivazione dell’artemisia, la produzione attuale non basterebbe a coprire i 220-230 milioni di trattamenti che i vari programmi mondiali sperano di somministrare entro la fine del decennio.

In parallelo, prosegue la resistenza delle zanzare ai vari insetticidi. E anche ricerche come quelle di Andrea Crisanti dell’Imperial College, per modificare geneticamente le zanzare femmine e renderne sterile la discendenza. La società Oxitec ne produce a decine di milioni, di un’altra specie. Sono liberate in Brasile e in altri paesi dell’America Latina nella lotta contro la dengue, incurabile per ora, dopo un esperimento segreto – e, pare, riuscito – del 2009 nelle isole Cayman.

In attesa di un vaccino efficace perché non sfruttare la selezione innaturale per fermare l’altra?

Credito immagine: John Horty/Encyclopedia of Life 

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