CRONACA

Cade un altro mito sulla “cura” dell’omosessualità

CRONACA – Uno studio controverso che è stato per anni il riferimento per i sostenitori del movimento “ex-gay” viene ritrattato dal suo autore.

Luca era gay cantava Povia in un pezzo (vi sfido ad ascoltarlo) che, volente o nolente, ha fatto conoscere al grande pubblico italiano  (in maniera oserei dire piuttosto ingenua, per essere gentili) un argomento scottante, e cioè quello della “cura dell’omosessualità”. Non stiamo parlando di folkoristiche cadute di stile, come quello sulla presunta terapia omeopatica dell’omosessualità, ma di un ben più preoccupante fronte di opinione che sostiene che l’omosessualità sia una malattia mentale e che dunque possa essere curata proprio come si curano altre malattie mentali (e sì, esistono anche cliniche specializzate). Non che sia una novità: fino al 1973 – quando è stata depennata – l’omosessualità figurava come distrubo psichiatrico nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (lo stranoto DSM). Per fortuna da bel po’ è chiaro che la stragrande maggioranza di medici, piscologi e scienziati in genere (e dell’opinione pubblica) non la considera più tale, ma, si sa, le cattive abitudini sono dure a morire.

Nel 2001 aveva fatto per esempio scalpore una ricerca di Robert Spitzer (presentata prima a un congresso e poi pubblicata nel 2003 sugli Archives of Sexual Behaviuor) , basata su 200 interviste a “ex-gay” che dichiaravano di aver cambiato orientamento sessuale (ovviamente verso l’eterosessualità) con successo. Ebbene, Spitzer oggi dichiara che intende ritrattare il suo studio (lo apprendiamo dall’Huffington Post). “Devo ammettere a posteriori che le critiche erano in buona parte corrette, ” ha dichiarato Spitzer, riferendosi al coro di voci di dissenso (verso i metodi e le conclusioni tratte nello studio) che si sono sollevate dopo la pubblicazione.

La decisione definitiva di ritrattare il paper Spitzer l’ha avuta dovo essersi reso conto che per molti individui i tentativi falliti di modificare l’orientamento sessuale sono risultati dannosi.

Crediti immagine: Joel Bedford

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.