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Tutti pazzi per i gatti imburrati

Un frame dal video Nyan Cat (fonte: YouTube)JEKYLL – “La prima regola per fare un video virale? Non cercare di fare un video virale”. Una breve chiacchierata con Sergio Maistrello sulle (talvolta) imperscrutabili meccaniche della popolarità sul web.

Si sa, ci sono domande a cui la scienza non sa rispondere, ma su cui forse dovremmo riflettere lo stesso. Ecco, una delle meno importanti che mi viene in mente è: “Perché  un video con un gatto imburrato, che lascia una scia di arcobaleni è uno dei filmati più popolari al mondo?”

Il filmato, apparentemente  privo di qualsivoglia messaggio, è un semplice loop di qualche secondo riproposto per qualche minuto. Ad oggi è stato visto da oltre 70 milioni di internauti, che sarebbero molti di più se calcolassimo anche gli innumerevoli cloni di Nyan cat (tra le varie versioni ne esiste una da 100 ore ed è cliccatissima).

La  domanda può sembrare oziosa, ma la risposta, che pare non esserci o quanto meno superare le nostre capacità di comprensione, dovrebbe interessarci. Soprattutto se ci occupiamo di comunicazione. Lasciando perdere per un attimo il gatto, quale giornalista non vorrebbe conoscere i meccanismi per ottenere una simile visibilità per un suo prodotto? Cosa darebbe una major per riuscire a far visualizzare i suoi video promozionali decine di  milioni di volte in una settimana, gratis, su YouTube? Trovare la formula per rendere un filmato virale significherebbe trovare la pietra filosofale dei comunicatori.

Purtroppo (o per fortuna), come suggerisce Sergio Maistrello, esperto di comunicazione multimediale, “la prima regola per fare un video virale è non cercare di fare un video virale”. Alcuni dei filmati più popolari del web hanno avuto un successo del tutto casuale e immotivato, talvolta  sono frutto di una gestazione piuttosto complessa, con sviluppi non programmati (Nyan cat pare esserne un esempio) e, soprattutto, per sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi sul web, hanno raggiunto il successo molto tempo dopo la loro pubblicazione. Insomma, sembra possa capitare a chiunque, da un momento all’altro e senza un preciso motivo, di diventare “famosi” per un video pubblicato magari qualche anno prima.

Sebbene in alcuni casi siano state applicate con successo delle strategie “virali” (si pensi al controverso Kony, di cui si sono occupate anche Le Iene)  i meccanismi che rendono un filmato popolare a dismisura sembrano essere più che altro aleatori. Tuttavia la posta in gioco è alta ed è possibile che video di questo tipo diventino presto oggetto di studio approfondito e interessato. Forse c’è già, da qualche parte del mondo, qualcuno che viene pagato profumatamente per carpire i segreti di un gatto imburrato.

Abbiamo parlato di Nyan cat e di altre cose intelligenti con Sergio Maistrello, coordinatore editoriale di Apogeonline ed esperto di comunicazione multimediale. Ecco cosa ci ha detto:

[audio http://oggiscienza.it/wp-content/uploads/2012/05/intervistamaistrello.mp3]

Qui invece un intervento di Kevin Allocca, trend manager di YouTube, in cui vengono fornite linee guida per creare un video virale.

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Carlo Rigon
Di formazione umanistica, ha conseguito il Master in Comunicazione della scienza presso la SISSA di Trieste. Insegnante, si occupa con scarso successo e poca costanza di tante cose. Tra i suoi progetti più riusciti un "museo del dinosauro giocattolo", ora chiuso.