CRONACA

Piezonucleare: cinque domande al prof. Carpinteri

CRONACA – Dopo l’appello di oltre 500 ricercatori al Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, si moltiplicano i dubbi sulla scoperta dell’energia piezonucleare insieme alle richieste di chiarimento rivolte al prof. Alberto Carpinteri. Il matematico Alessio Guglielmi, dell’Università di Bath, riassume le domande poste fin qui in una lettera che pubblichiamo e sottoscriviamo nella speranza che possa ricevere una risposta. La redazione di Oggi Scienza.

Caro prof. Carpinteri,

da alcuni mesi seguo con crescente sgomento la vicenda del piezonucleare, e con la presente intendo farLe alcune domande, indubbiamente aggressive ma il cui intento è solo quello di fare chiarezza. Sono un reader dell’Università di Bath (all’incirca il mio grado corrisponde a professore straordinario) e mi occupo di logica matematica. Dal momento che lavoro all’estero e in un settore diverso dal Suo, non ho alcun conflitto di interesse, e penso quindi di poter rappresentare bene la voce dell’opinione pubblica.

Partiamo dal merito della Sua ricerca. Il Suo collaboratore, sig. Fabio Cardone, ha recentemente affermato che il fenomeno piezonucleare è stato replicato internazionalmente, ma né io né alcuni miei colleghi che hanno verificato siamo riusciti a trovare letteratura scientifica che confermi il fenomeno. Al contrario, abbiamo trovato alcuni articoli che non solo non confermano, ma denunciano gravi errori sperimentali e manipolazioni dei dati.

L’ultimo di tali articoli è di ieri [*], ed è stato scritto da ben nove ricercatori dell’INRIM, il prestigioso ente che Lei presiede. Si può essere certi che i Suoi ricercatori hanno ponderato con la dovuta cura quella che per Lei risulta essere un’accusa devastante. Lei è accusato di manipolazione di dati sperimentali in un articolo di cui è coautore, pubblicato dalla rivista Strain, in cui tra l’altro Lei siede nell’editorial board, cosa che La rende maggiormente responsabile.

Sembra di vedere qualche affinità con la storia di Rusi Taleyarkhan, scienziato della Purdue University punito dalla sua stessa università per frode scientifica. Si trattava proprio di lavori nel campo della sonofusione nucleare, che Lei peraltro ancora cita a distanza di anni dalla conclusione di quella vicenda.

Le vorrei quindi porre due domande, il cui intento è ristabilire la Sua onorabilità e la necessaria autorevolezza per guidare un ente prestigioso come l’INRIM e per chiedere finanziamenti statali per il piezonucleare:

1) Può per cortesia indicare quali articoli, regolarmente soggetti a revisione di pari e pubblicati da gruppi indipendenti dal Suo, hanno confermato il fenomeno piezonucleare?

2) È in grado di controbattere puntualmente ed esaustivamente alle accuse di manipolazione dei dati sperimentali che Le sono state rivolte? Può spiegare perché cita lavori che sono stati screditati dalla comunità scientifica?

Passerei adesso a un’ulteriore preoccupazione, che ha a che fare non tanto con il merito della Sua ricerca, quanto col metodo con cui Lei intende finanziarla. Nel congresso “The Atom Unexplored”, tenutosi a Torino alcuni giorni fa, l’organizzatore ing. Francesco Mazzuca ha candidamente dichiarato che lo scopo del congresso era quello di formare una rete di influenza presso i politici in modo da ottenere finanziamenti per il piezonucleare.

Questo cortocircuito politico suona molto offensivo per chi, come me e come il contribuente medio, pensa che la ricerca debba essere valutata da esperti prima di poter essere finanziata dallo Stato. Ovviamente un metodo di finanziamento senza peer reviewing avvantaggerebbe i ricercatori ben introdotti nel mondo politico e quelli le cui ricerche portano consensi indipendentemente dalla loro fondatezza.

Su questo Le farei altre due domande, sperando che possa aderire senza alcuna indecisione all’idea che la ricerca scientifica finanziata dallo Stato debba essere completamente indipendente dalla politica (così come, per esempio, dalla fede religiosa):

3) Lei crede che sia eticamente corretto ottenere fondi di ricerca trattando direttamente con uomini politici e senza alcun controllo da parte di terzi esperti, riuniti in una commissione di peer reviewing chiaramente identificata e responsabile di fronte all’opinione pubblica?

4) Può spiegarci nel dettaglio e quantificare le risorse di cui ha bisogno per proseguire le Sue ricerche? Può spiegare perché non utilizza i canali competitivi e tradizionali di finanziamento della ricerca?

In merito all’ultima domanda, Le faccio notare che nel congresso di Torino Lei offriva dimostrazioni pubbliche del fenomeno piezonucleare. Questo suggerisce che una conferma indipendente del fenomeno possa essere ottenuta in modo facile ed economico. A questo punto ci si chiede: com’è possibile che di fronte a una cosa così semplice come schiacciare sassi e misurare radiazione ci si ritrovi con accuse di manipolazione di dati sperimentali, e ci si riduca a chiedere soldi ai politici? Non dovrebbe essere tutto molto più lineare? Come per esempio pubblicare un articolo su Nature, uno solo ma ben fatto anziché dieci, poi ottenere una verifica indipendente e infine accedere a fondi pubblici sia italiani sia europei? Vi ricoprirebbero d’oro! Allora, Le faccio un’ultima domanda:

5) Pensa che ci sia un complotto contro di Lei che Le impedisce la via della ricerca normale?

Questa lettera, oltre che a Lei, è indirizzata ai suoi coautori Dr. Angelica Chiodoni, Dr. Andrea Manuello e prof. Riccardo Sandrone; poi al sig.
Fabio Cardone, al direttore del Suo dipartimento, prof. Claudio Scavia, al vice rettore per la ricerca del Politecnico di Torino, prof. Enrico Macii, e infine alla giornalista scientifica Sylvie Coyaud, che autorizzo a pubblicare questo testo in forma di lettera aperta.

Spero di avere ben interpretato le domande che tutti si staranno ponendo sul tema del piezonucleare, e spero che lei voglia rispondere in forma pubblica.

Cordialmente,

Alessio Guglielmi
University of Bath
http://alessio.guglielmi.name

(*) G. Amato, G. Bertotti, O. Bottauscio, G. Crotti, F. Fiorillo, G. Mana, M. L. Rastello, P. Tavella, and F. Vinai (INRIM), Comment on “Compositional and Microchemical
Evidence of Piezonuclear Fission Reactions in Rock Specimens Subjected to Compression Tests”.

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