AMBIENTE

Tendenze climatiche – II

AMBIENTE  – Le vittime e i danni  degli “eventi meteo estremi” aggravati dal riscaldamento globale hanno fatto tornare di attualità i progetti di geo-ingegneria del clima. Su Nature escono nuovi risultati di un esperimento europeo  e l’anno prossimo in Florida inizierà uno degli esperimenti  finanziati dal Fund for Innovative Climate and Energy Research di Bill Gates.

I dati sulle emissioni di CO2 citati  nella puntata precedente mostrano che – Unione Europea a parte – la comunità mondiale non le riduce. Vista la rissosità dei vertici che si susseguono è improbabile che lo faccia entro tempi ragionevoli. Per frenare l’aumento della temperatura sarebbe stato necessario limitare la concentrazione atmosferica di CO2 a 350 ppm. In maggio ha superato i 400 ppm per la prima volta nella storia umana e nell’ultimo milione di anni,  le previsioni di alluvioni, siccità, ondate di calore più intense e frequenti si verificano dall’inizio del secolo: è il momento di approntare il “piano B”, o “soluzione temporanea per un raffreddamento a breve termine” in attesa di nuove tecnologie capaci di catturare la C della CO2 e trasformarla in energia.

Durante l’esperimento EIFEX del 2004,  i ricercatori dell’Alfred Wegener Institut hanno “fertilizzato” il plancton oceanico per stimolarne la fotosintesi e fargli assorbire più carbonio.  Su un “mulinello” al largo dell’Antartide, per due volte hanno riversato  7 tonnellate di solfato ferroso diluito in 53 m3 di acqua con aggiunta di acido cloridrico e distribuito la miscela su 167 km2. Dopo tre settimane il mulinello l’aveva sparsa su 740 km2. I risultati preliminari erano incoraggianti. Ora il gruppo calcola  che ogni atomo di Fe è servito a catturarne 13.000 di C  – in laboratorio si arriva anche a 100.000 – e la bella sorpresa è che la “fioritura” di alghe avviene per fotosintesi anche a 100 metri di profondità dove la luce è scarsissima.

Gli autori dell’articolo e dei due commenti ricordano che non è  una “pallottola d’argento”. In effetti non sembra una buona idea acidificare e inquinare di più gli oceani. Nessuno sa cosa succeda al plancton con una fertilizzazione prolungata o alle specie che se nutrono una volta arricchito con quei sali, i quali potrebbero causare una fioritura “tossica” che toglierebbe ossigeno alle altre specie, o rilasciare ossido nitrico, un gas dall’effetto serra ben più potente di quello della CO2 ecc. ecc.

Avanti tutta nel passato

Come dice un altro articolo di Nature  però,  “le temperature svettano, gli incendi divampano e le case bruciano”. Nei sondaggi, la tendenza dell’opinione pubblica a “credere” nell’esistenza del riscaldamento globale risale persino negli Stati Uniti, dove le campagne mediatiche tese a negarlo sono generosamente finanziate dalle multinazionali dell’energia.  Così lo stato della Florida –  governato da un partito che non ci crede –  ha autorizzato lo stesso l’esperimento di David Keith per spargere solfati in atmosfera e riflettere la radiazione solare in ingresso.

Ma i  lettori meno giovani ricorderanno che negli anni Sessanta e Settanta, i paesi occidentali via via seguiti da molti altri si sono dati delle leggi sulla qualità dell’aria:  hanno imposto alle industrie di ridurre  le emissioni di solfati che, oltre a malattie dell’apparato respiratorio, causavano piogge acide che inquinavano le acque  e danneggiavano le foreste e le coltivazioni.

Non sembra una buona idea neanche questa.

Credito foto: Alfred Wegener Institute

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