IL PARCO DELLE BUFALE

il Vangelo secondo Alberto e Matteo

IL PARCO DELLE BUFALE – Recensione del Full Length Research Paper, “Neutroni piezonucleari da terremoti quale ipotesi per la formazione  dell’immagine e la datazione con radiocarbonio della Sindone di Torino”,  detto anche “Roba forte del premiato caseificio PoliTO”.

Gli autori Alberto Carpinteri et al. (1) del Dipartimento di ingegneria strutturale, edile e geotecnica del Politecnico di Torino dovrebbero essere noti ai lettori per le clamorose scoperte cui si riferiva il nostro quiz. Oltre a riscrivere la storia della Terra ricopiando da un precedente articolo, questa volta il prof. Alberto Carpinteri riscrive pure quella dell’Impero romano, della scienza in generale e il Nuovo Testamento. Ha fondate speranze che un’analisi delle fibre della Sacra Sindone confermi il suo Verbo, poiché

Studi recenti, compiuti dagli autori, hanno trovato che è possibile produrre un flusso di neutroni da campioni di roccia molto friabile, sotto carichi meccanici.

Per le reazioni provocate dagli “studi recenti” nella comunità scientifica, rimandiamo alle varie puntate di Piezopoli. Fra gli autori ricordiamo con affetto anche il “prof.” Cardone senza il quale il prof.  Alberto Carpinteri  – tuttora col curriculum abbellito di false onorificenze e presidente dell’INRiM per grazia ricevuta dal collega del PoliTO e ministro Profumo (2) – non compiva un bel niente (3).

Con tre sottoposti, scrive:

Gli autori hanno considerato l’ipotesi secondo cui le emissioni di neutroni da reazioni piezonucleari causate da un terremoto hanno portato ad effetti misurabili sulle fibre di lino della Sindone.

Esclusa a priori la ventina di Sindoni attestate da documenti storici, il prof. Alberto Carpinteri ritiene che sia stata usata come sudario di Cristo il 3 aprile 33 a.D. quella medievale di Torino. Passa a dimostrarlo

Considerando i documenti storici che attestano l’occorrenza nella “Vecchia Gerusalemme” di un terremoto disastroso nel 33 a.D.,

I documenti “storici” sono Matt. 27: 54 e 28: 2-4;  la narrazione apocrifa di Giuseppe d’Arimatea, cap. 5; Dante Alighieri, Inferno, XXI Canto: 106-114. Nessun’altra fonte poiché, secondo il prof. Alberto Carpinteri, i caratteri latini erano ancora da inventare e i Romani amministravano l’Impero a voce. Quel 3 aprile,

Gli autori ritengono che un evento sismico di magnitudo tra 8 e 9 gradi della scala Richter

sia accaduto, attraverso un’interpretazione lunga e libera di N. Ambraseys, “Historical earthquakes in Jerusalem – A methodological discussion” del 2005 (J. Seismol. 9: 329-340) e l’esclusione a priori di uno “studio recente” di Jefferson B. Williams, Markus J. Schwab & A. Brauer, “An early first-century earthquake in the Dead Sea” (International Geology Review 54/10, 2011: 1219-28).

Williams et al. precisano che nel 31  +/-5 a.D., c’è stato

un terremoto con energia sufficiente a deformare i sedimenti a Ein Gedi (dove hanno effettuato i carotaggi, ndr), ma non sufficiente a produrre l’esistente documentazione storica ed extra-biblica… il che potrebbe significare che il terremoto riportato nel Vangelo di Matteo fosse un tipo di allegoria.”

Nel Vangelo di Matteo rivisto e corretto dal prof. Alberto Carpinteri, a Gerusalemme 15 minuti di scosse da 8-9 gradi Richter lacerano una tenda senza causare altri danni. Tant’è che nel 70 a. D. i romani sono costretti a radere la città al suolo. Quel venerdì di Pasqua, l’Angelo “rotola la pietra” (Matt. 28: 2-4) per un quarto d’ora applicandoci il carico meccanico appropriato e ne esce

un flusso di neutroni termici fino a 10 alla 10ma per cm2 al secondo.

Vale a dire una discreta bomba N la cui esplosione intimorisce i soldati, li lascia per un attimo “come morti”, dà all’Angelo un “aspetto come di folgore” (Matt. 28: 2-4).  Gli abitanti emergono arzilli dal flusso letale tant’è che nel 70 a. D., mentre con una mano i romani ne abbattono le case, con l’altra li devono passare a fil di spada.

Quanto alla Sindone, emerge dal flusso che pare lavata con Perlana (link per under 35):

attraverso la cattura dei neutroni termici da parte dei nuclei d’azoto, l’evento può aver contribuito sia alla formazione dell’immagine che all’aumento in C-14 sulle fibre di lino

Con il metodo scientifico-cattolico apostolico e romano, le reazioni piezonucleari modificano la datazione con il carbonio-14:  la Sindone invecchia dei 1.300 anni. Q.E.D.

(1) L’opera è pubblicata da Scientific Research and Essays, prestigiosa rivista monda da ogni peccato, peer-review e lettori: ogni articolo viene citato solo dai suoi autori, ma con ritegno, non più di 0,0165 volte in media nell’arco di due anni. A dispetto delle apparenze, il prof. Carpinteri non s’è avvalso della competenza del “prof.” Cardone, noto esperto di storia romana (rif. disquisizione finale sulle oche capitoline inascoltate dai romani) e docente in due collegi di Città del Vaticano.

(2) La nostra ipotesi è il Ministro Profumo abbia letto pure lui il Fool Paper e lo abbia passato al Primo Ministro che s’è precipitato in Vaticano per consegnarlo di persona a Benedetto XVI e pregarlo di far aver un pezzo di Sindone al premiato caseificio PoliTO.

(3) Bibliografia:  Cardone F, Carpinteri A, Lacidogna G. (2009). Piezonuclear neutrons from fracturing of inert solids, Phys. Lett. A 373: 4158-4163; Carpinteri A, Cardone F, Lacidogna G (2009). Piezonuclear neutrons from brittle fracture: Early results of mechanical compression tests, Strain 45: 332-339; – Carpinteri A, Cardone F, Lacidogna G (2010b). Energy emissions from failure phenomena: Mechanical, electromagnetic, nuclear, Exp Mechanics 50: 1235-1243.

Immagine: primo logo del Politecnico di Torino, 1859

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