POLITICA

Che succede all’INRIM

POLITICA – Venerdì scorso si è tenuta la prima riunione del neonominato Consiglio Scientifico dell’Istituto Nazionale di Metrologia (INRIM) di Torino. È la prima attività ufficiale dopo la pausa estiva e si è svolta in un clima abbastanza teso, così come teso è stato l’ultimo Consiglio di Ammistrazione tenutosi il 18 luglio scorso, nel quale l’ordine del giorno era stato ridotto alle sole questioni di ordinaria amministrazione su esplicita richiesta dei due consiglieri, il professore Paolo Vigo e l’ingegnere Aldo Godone. Questi, nominati entrambi lo scorso anno nell’ambito del riordino degli enti di ricerca — il primo nominato dall’allora ministro Gelmini e il secondo eletto dal personale, compongono il Consiglio di Amministrazione insieme al presidente dell’INRIM, Alberto Carpinteri, famigerato per le sue controverse ricerche sul piezonucleare. Che interesse può avere un semplice atto formale in una riunione di routine per i lettori di OggiScienza e per i cittadini in generale?

Un atto formale, sì, che però emerge da una situazione diventata ormai insostenibile e che riflette un disagio che i ricercatori nella stragrande maggioranza hanno espresso con molta determinazione con la lettera di sfiducia al presidente dello scorso 29 giugno, già pubblicata su OggiScienza il 5 luglio, in cui venivano espressamente chieste le dimissioni del presidente. Le dichiarazioni dei due consiglieri di amministrazione sono state messe agli atti e sono pubblicate sul sito dell’INRIM, noi per comodità le alleghiamo insieme al verbale della riunione (verbale 18 luglio 2012; dichiarazione cda_120718_lettera_AGodone; dichiarazione cda_120718_lettera_PVigo).

Il dissenso emerge dal fatto che il presidente non ha dato la giusta importanza alla posizione dei ricercatori emersa nella lettera, potremmo dire più esplicitamente che l’ha completamente ignorata, e, inoltre, è andato molto oltre le indicazioni del Consiglio di Amministrazione che di fatto si è schierato con i ricercatori. In sostanza Carpinteri interpreta la sua presidenza in maniera proprietaria, forzando e strumentalizzando il ruolo dell’INRIM per suoi scopi personali non accettabili e non condivisi dalla comunità scientifica. Nella lettera di sfiducia i ricercatori mettevano in evidenza che il piezonucleare non ha credibilità scientifica e il volerlo imporre mette a repentaglio la reputazione internazionale dell’INRIM; inoltre le commistioni di interessi e le forzature istituzionali stanno portando l’INRIM alla paralisi gestionale.

La posizione dei ricercatori è stata rafforzata dalla sfiducia espressa dai due consiglieri di amministrazione nei confronti di Carpinteri che ha forzato e strumentalizzato anche le decisioni del Consiglio di Amministrazione stesso, facendole passare come incondizionatamente favorevoli al piezonucleare quando erano invece subordinate alla verifica di una serie di circostanze poi radicalmente mutate. Tra queste, la cancellazione del progetto Bandiera “Ambito Nucleare”, sul quale Carpinteri aveva dato assicurazioni al Consiglio di Amministrazione di essere in grado di reperire finanziamenti importanti per le ricerche sul piezonucleare. I progetti Bandiera sono identificati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) in quanto strategici per la ricerca italiana e sono sostenuti da un finanziamento specifico.

Un presidente di ente, continuano i consiglieri di amministrazione, non può permettersi di ignorare una lettera di sfiducia firmata da più dell’80% dei ricercatori dell’INRIM e di non dare risposta alla richiesta di dimissioni contenuta in quella lettera.

Poiché la comunità scientifica dell’INRIM è quella che all’atto pratico procura i finanziamenti per i progetti, svolge le attività di ricerca, si occupa del coordinamento dei servizi, della sicurezza ecc., ed è responsabile dei rapporti esterni nazionali e internazionali, non è possibile per il Consiglio di Amministrazione garantire una gestione ordinata ed efficace delle attività se tutta la comunità scientifica dell’INRIM si dissocia ed esprime sfiducia sulla conduzione dell’INRIM operata dalla presidenza, e di conseguenza dal Consiglio di Amministrazione stesso.

In questa situazione viene quindi bloccata la normale attività di ricerca dell’Istituto, e la sua gestione diventa impossibile.

Venerdì 7 settembre si è insediato il nuovo Consiglio Scientifico… la cui nomina è stata anche questa travagliata da conflitti di interesse con il presidente. I membri inizialmente proposti (Fabio Cardone e Massimo Sepielli) non rispondevano a requisiti di autorevolezza scientifica ma erano invece molto vicini alle criticatissime ricerche sul piezonucleare del presidente. L’ennesima di quelle storie molto italiane in cui la scelta non è basata su criteri obiettivi ma sull’estro o sulla prepotenza del signore di turno. Dopo motivate proteste il Ministro li ha sostituiti con due proposte di livello internazionale, la dottoressa Elisabeth Giacobino e il professor Ernst Otto Göbel, che è stato poi prescelto dal Consiglio di Amministrazione dell’INRIM a far parte del Consiglio Scientifico. Purtroppo nessuno di queste personalità autorevoli si è assunto l’onere della presidenza che alla fine è andata a Giulio Barbato, la cui autorevolezza scientifica non suscita gli entusiasmi nemmeno dei suoi colleghi del Politecnico di Torino. Potete controllare personalmente sul sito Web of knowledge che raccoglie tutte le pubblicazioni scientifiche del mondo con relativo numero di citazioni, cioè quante volte quella ricerca scientifica è stata usata da altri ricercatori e quindi è stata effettivamente utile alla comunità, e rappresenta il riferimento ufficiale mondiale. Dal 1978 la maggior parte delle sue pubblicazioni hanno ZERO citazioni, nessuna supera le dita di una mano. Un’altra occasione persa per ridare credibilità all’Istituto.

La faccenda è stata da tempo sottoposta al Ministro Francesco Profumo, il quale ha fatto sapere che è consapevole della situazione e che l’affronterà con azioni appropriate, ma finora le aspettative dei ricercatori sono state deluse.

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