CRONACA

Realtà virtuale a misura di ratti

CRONACA – Jean-Marie Normand, dell’università di Barcellona, e una squadra internazionale di colleghi informatici pubblicano su PLoS One una versione di Second Life nella quale un essere umano incontra un ratto a proprie dimensioni e vice versa.

La ricerca è seria, anche se sospettiamo che abbia divertito 18 cavie su 20. L’idea era sfruttare la realtà virtuale immersiva (IVR) per teleguidare,  in un ambiente reale dove stanno animali in carne ed ossa, un robot non più grande di loro, come il “roborat” per esempio.

Il partecipante nell’IVR è rappresentato nell’ambiente di destinazione da un robot fisico (il “teleoperatore”, ndt) e simultaneamente la località remota e le entità al suo interno vengono rappresentate al partecipante. Quest’ultimo ha quindi un’esperienza normale dell’IVR, ma le sue azioni e il suo comportamento telecomandano il robot e possono avere conseguenze fisiche… Il sistema consente a un essere umano e a un ratto di operare insieme, ma con l’essere umano che interagisce con il ratto a scala umana mentre il ratto interagisce con l’essere umano a scala di ratto.

Si potrà sostituire il ratto con animali più piccoli, anche insetti, dicono gli autori, una volta ottenuta da webcam, algoritmi e computer la precisione necessaria a rintracciare e a riprodurre i loro movimenti in tempo reale. Nel caso dell’esperimento che hanno fatto per collaudare il sistema,

Nell’arena (reale, ndt) del ratto, l’umano è rappresentato da un piccolo robot schiavo dei suoi movimenti, mentre nella realtà virtuale dell’umano, il ratto gli viene rappresentato da un avatar umanoide.

A Barcellona diciotto studenti, età media 23 anni e digiuni di realtà virtuale, si sono abituati a usare la “Bacchetta” (telecomando), mentre in uno stabulario a 12 km dal campus, due ratti venivano abituati alla presenza di una macchinetta ancora meno realistica del roborat. Stavano

in un’arena lunga 80 cm, larga 80 cm e alta 60 cm, con un’immagine diversa su ognuna delle quattro pareti (il mouse di un computer, la faccia di Topolino, un manifesto del film Ratatouille e la foto di un ratto vero con un pezzo di formaggio).

I volontari avevano cinque minuti per dirigere il robot fino a 10 cm dal ratto e a non meno di 28 cm di una delle immagini. Dopo la prima prova, non conoscevano quella vincente, ma quando il robot andava nella direzione giusta, sentivano un suono corrispondente a un punto. Risultato:

gli esseri umani riescono… a interagire con il ratto per completare le fasi del gioco.

(Ci sono anche video da scaricare). Il sistema, concludono i ricercatori, è stato progettato per compiere esperimenti e osservazioni nelle scienze della vita, ma potrà venir usato

nelle interazioni tra umano e umano-remoto.

Forse, ma cambiando la scala di quale dei due?

Immagine: J.M. Normand et al., PLoS One 2012

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