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Quanto ci costa sovvenzionare le fonti fossili?

Crediti immagine: Laura Pulici

AMBIENTE – Ridurre i sussidi alle fonti fossili. Una richiesta che arriva da più voci a partire dal mondo della ricerca fino a Legambiente. A fine novembre tre esperti delle energie rinnovabili hanno pubblicato una lettera su Nature in cui chiedono una moratoria sulla costruzione di nuove centrali elettriche tradizionali per investire, anche, nello sviluppo delle energie rinnovabili. Nel programma di azione della Commissione Europea per la politica ambientale al 2020  si sottolinea come l’eliminazione dei sussidi fiscali legati ai carburanti fossili potrebbe ridurre di oltre 25 miliardi di euro la spesa di 21 Stati membri.

La tendenza globale, però, evidenzia una crescita delle fonti fossili. Le ultime stime dell’International Energy Agency sulle sovvenzioni alle fonti fossili si attestano intorno ai 630 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 523 del 2011 e ai 412 del 2010.

Secondo i calcoli di Legambiente, nel 2011 l’Italia ha ricevuto più di 9 miliardi di euro. Una prima metà (4,52 miliardi di euro) sono stati distribuiti agli autotrasportatori, alle centrali da fonti fossili e alle imprese energivore, l’altra metà (4,59 miliardi di euro) è stata utilizzata per nuove strade e autostrade e sussidi alle trivellazioni.

Questi finanziamenti contribuiscono a rallentare sia l’innovazione del nostro sistema energetico, sia la riduzione delle emissioni di gas serra. Un loro taglio permetterebbe, invece, di promuovere l’efficienza energetica e l’impiego delle tecnologie rinnovabili.

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