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Un nuovo albero per tutti i mammiferi

Sigmodon_hispidus1RICERCA – L’ultimo numero di Science pubblica il più aggiornato ed imponente sforzo riguardante la ricostruzione dell’intera filogenesi dei mammiferi placentati: lo studio ha combinato migliaia di caratteri morfologici di specie fossili e ancora esistenti con informazioni di carattere genetico sui mammiferi odierni e ne ha costruito un albero filogenetico.

Dai risultati emerge come tutti i mammiferi placentati si siano originati subito dopo l’estinzione di massa della fine del Cretaceo, quella che circa 65 milioni di anni fa eliminò dal pianeta i dinosauri, indiscussi dominatori di oceani e terre emerse fino a quel momento. Nessuna delle specie di mammiferi fossili risalenti al Mesozoico (ad esempio, Ukhaatherium, Maelestes e Zalambdalestes), infatti, è stata classificata come Placentalia.

Sono invece da considerarsi tutti dei rappresentanti non placentati del gruppo degli euteri. Questo risultato suggerisce che, sebbene i mammiferi, come noto, fossero già presenti sulla Terra, si verificò un’imponente diversificazione dei principali ordini di placentati nei primi centinaia di migliaia di anni del Paleogene. Questi risultati sono in aperto contrasto con quanto ritenuto finora sulla base di analisi genetiche: alcune specie risalenti ad oltre 100 milioni di anni fa, come Eomaia scansoria, erano infatti ritenute a tutti gli effetti dei placentati, mentre le attuali analisi le identificano come mammiferi non euteri.

Entrando più in dettaglio nell’albero filogenetico, vengono confermate le principali relazioni filogentiche tra i diversi ordini, a partire dalla precoce separazione tra gli Xenarthra (armadilli, bradipi e formichieri) e tutti gli altri mammiferi placentati. Vengono inoltre dimostrate le strette parentele tra i primati e il clade composto da dermotteri (colughi o lemuri volanti) e scandenti (le tupaie), e quella tra proboscidati e sirenidi.

Ma lo studio si spinge oltre: grazie ai numerossimi caratteri analizzati, i ricercatori propongono la ricostruzione minuziosa, dall’aspetto fisico alla sua anatomia scheletrica e dentaria, dell’antico mammifero progenitore di tutti i placentati (qui l’immagine). Si tratta di un (ipotetico) mammifero insettivoro ricoperto da una corta pelliccia e dotato di una lunga coda, di peso compreso tra 6 e 245 grammi, che comparve circa 200-400 mila anni dopo l’estinzione di massa della fine del Cretaceo e che allevava un solo figlio per volta.

L’estinzione dei dinosauri rappresentò dunque l’alba dei mammiferi placentati, che da quel momento si diversificarono in innumerevoli gruppi e diedero vita alle oltre 5.000 specie attuali.

Riferimenti:
M. A. O’Leary, J. I. Bloch, J. J. Flynn, T. J. Gaudin, A. Giallombardo, N. P. Giannini, S. L. Goldberg, B. P. Kraatz, Z.-X. Luo, J. Meng, X. Ni, M. J. Novacek, F. A. Perini, Z. S. Randall, G. W. Rougier, E. J. Sargis, M. T. Silcox, N. B. Simmons, M. Spaulding, P. M. Velazco, M. Weksler, J. R. Wible, A. L. Cirranello. The Placental Mammal Ancestor and the Post-K-Pg Radiation of Placentals. Science, 2013; 339 (6120): 662 DOI: 10.1126/science.1229237

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Andrea Romano
Biologo e giornalista scientifico, lavora come ecologo all'Università degli Studi di Milano, dove studia il comportamento animale. Scrive di animali, natura ed evoluzione anche su Le Scienze e Focus D&R. Dal 2008, è caporedattore di Pikaia - portale dell'evoluzione