AMBIENTEECONOMIA

Rivoluzione cargobike

haikou-83360_640AMBIENTE – Che comprare su internet sia più comodo, conveniente e rapido, sembra fuori discussione (almeno per gli abituè dello shopping online). Che sia l’alternativa ecologica al modo trazionale di fare acquisti, forse non è più tanto vero.

Una ricerca della Carnegie Mellon University di due anni fa evidenziava come il fare acquisti online permetteva un risparmio di energia del 30% rispetto al sistema tradizionale.

In particolare i due settori analizzati erano quelli del packaging, in minore quantità nel caso dello shopping online e i trasporti, anche in questo caso molto meno impattanti nel caso degli acquisti web, non dovendo far viaggiare in macchina migliaia di clienti per raggiungere i negozi.

Oggi, proprio nel settore trasporti sembra che qualcosa non vada più per il verso giusto.

L’e-commerce è ovunque in crescita. Negli Stati Uniti ha fatto un salto in avanti del 15% rispetto allo scorso anno. In Italia, le spese effettuate sul web solo nei primi tre mesi del 2012 sono aumentate del 19,4% secondo i dati di Netcomm e in base a uno studio di Morgan Stanley, entro il 2016 è previsto un raddoppio degli acquisti via internet.

Con la crescita esorbitante degli ordini online, i venditori non possono perdere tempo e non possono più permettersi di far partire i mezzi soltanto a carico pieno e questo significa più ordini via internet, più consegne, più furgoni e camion (mezzi vuoti) sulle strade.

Se in Italia il problema non è ancora percepito, negli USA, la crescita degli acquisti online si è fatta sentire soprattutto per quel che riguarda il traffico in città.

A segnalarlo come emergenza è Inrix, una compagnia statunitense che si occupa di informazioni sul traffico. Monitorando 100 milioni di veicoli privati e commerciali muniti di Gps, ha stimato il tempo perso dagli automobilisti nel traffico in centro città, dove tra le varie emergenze spicca la crescita del stop and go per le consegne a domicilio, fenomeno in crescita anche nel nord europa.

Come risolvere il problema? La soluzione proposta da alcune aziende di shopping online, è in realtà la riscoperta di una vecchia bella idea: fare le consegne con la bicicletta.

Tra i primi a muoversi sone state la TNT express a Bruxelles e la B-Line a Portland che hanno progettato un sistema integrato camion-bici in base al quale i container pieni di merce si fermano appena fuori dal centro città e le consegne vengono ultimate con delle cargobike, ovvero delle bici particolari (a due o anche tre ruote) munite di vano per il trasporto della merce. Secondo la B-Line, ogni anno sei bici riescono a coprire più di 15mila consegne che normalmente venivano fatte con furgoni e camion.

Un’altra idea interessante è adesso in via di sperimentazione a NewYork e Chicago. L’agenzia Zipments ha creato una piattaforma web che offre alle compagnie di shopping online un servizio veloce ed efficiente di consegne in centro città utilizzando le cargobike e veicoli a motore meno inquinanti.

L’utilizzo della bicicletta ha conquistato anche altri grandi centri urbani in USA come Huston dove è nata l’agenzia di consegne in bici Clutch Delivery e Philadelphia dove la Whole Foods offre consegne di cibo su due ruote.

Ma quali sono i reali vantaggi di sostituire i furgoni con le bici da trasporto?

Uno studio di Trasport for London del 2009 ne ha individuati sei.

Prima di tutto i minori costi di acquisto, gestione (tasse, assicurazioni, depositi) e nessun costo per il parcheggio. Per rendere l’idea, GobaX, un produttore di cargobike tedesco ha calcolato che una pizzeria potrebbe risparmiare 6.300 euro all’anno se consegnasse le pizze con la bicicletta piuttosto che con l’automobile.

Secondo vantaggio è la velocità, dato che le bici in condizioni di traffico intenso sono comunque molto più veloci rispetto ai furgoni. Terzo, la possibilità di entrare nelle aree interdette alle automobili come strade strette e percorribili solo da bici e pedoni.

Quarto, il trasporto via bici serve a costruire l’immagine verde dell’azienda. Il quinto vantaggio è l’inclusione sociale visto che le biciclette non richiedono nessun tipo di patente e quindi possono dar lavoro anche a persone meno abbienti. A Bucarest un servizio di raccolta rifiuti cartecei con le cargobike impiega persone svantaggiate come primo passo nella loro integrazione nel mercato del lavoro.

Per finire, il sesto: la qualità della vita che significa nessun tipo d’inquinamento, meno macchine e quindi più spazio per le persone.

E così, mentre si attende che anche altri due big dell’e-commerce come FedEx e UPS utilizzino le cargobike, la vera rivoluzione delle grandi metropoli potrebbe essere la riscoperta di un invenzione che da più di duecento anni conquista giovani, donne, anziani e bambini e che per la prima volta fu utilizzata per lavoro nel 1881 dal British Post Office.

Crediti immagine: David Mark, Pivabay

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