LA VOCE DEL MASTER

Cosmetici “senza glutine”? No grazie

Crediti immagine: miss604LA VOCE DEL MASTER – Se negli anni ’80 la celiachia veniva considerata una malattia rara, con una prevalenza di 1 caso su 2000-3000 persone, i nuovi metodi diagnostici sviluppati dagli anni ’90 hanno cambiato i numeri di questa patologia. Oggi si stima che 1 italiano su 100 sia celiaco e si contano 20000 nuove diagnosi all’anno, con un incremento annuo di circa il 20%. La dieta priva di glutine rimane l’unico modo di fronteggiare questa malattia, ma negli ultimi anni è emersa una controversia che riguarda un altro aspetto dei consumi quotidiani, soprattutto femminili: il make-up.

Nel 2011, al meeting annuale del College of Gastroenterology di Washington, alcuni ricercatori avevano presentato il caso di una donna di 28 anni che riusciva a controllare con successo la sua celiachia grazie ad una dieta corretta. Tuttavia, dopo aver provato una nuova lozione per il corpo, la donna aveva sviluppato una fastidiosa eruzione cutanea, diarrea e disturbi intestinali.  Nel settembre 2012 sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics fu pubblicato uno studio su quattro principali cosmetici per le labbra e due lozioni contenenti glutine. La ricerca mise in luce che i prodotti contenevano una dose di glutine troppo bassa per provocare le reazioni cutanee tipiche della celiachia, ma il campione considerato non era abbastanza vasto per trarre delle conclusioni definitive.

Navigando in rete si leggono numerose testimonianze di bloggers celiache, soprattutto americane, che  promuovono prodotti gluten-free dopo aver manifestato prurito e bolle sul corpo in seguito all’uso di prodotti cosmetici comuni. A questo proposito, l’AIC, Associazione Italiana Celiachia, si è più volte esposta a ribadire che l’uso di cosmetici contenenti dosi minime di glutine non comporta rischi rilevanti per i celiaci. Gran parte degli esperti internazionali concordano nel ritenere che le proteine del glutine non possano essere assorbite dalla pelle, ma sostengono anche che i cosmetici senza glutine non causino danni. In caso di una particolare sensibilità del paziente, potrebbero aiutare a contenere i sintomi della celiachia. Silvia Vertuani, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, ci aiuta a capire meglio un problema che continua a presentare delle zone d’ombra:

Quali sono i rischi per un celiaco che utilizza prodotti cosmetici contenenti tracce di glutine?

“La celiachia è un’intolleranza che ha come organo bersaglio l’intestino tenue: tutto ciò che scatena la sintomatologia di questa patologia viene dall’ingestione di prodotti contenenti glutine. L’applicazione cutanea non dovrebbe causare disturbi, specie se il cosmetico in questione viene applicato su cute integra. Anche un prodotto più a rischio, come un lipstick, non arriva ad una concentrazione di glutine sufficiente a scatenare una reazione allergica. Inoltre l’AIC ha ribadito più volte che non esiste un rischio reale per i celiaci e che i periodici allarmi che si scatenano su questo argomento non hanno fondamenti scientifici concreti. Allo stato attuale delle conoscenze, non c’è ragione di preoccuparsi.”

Se la presenza di dosi minime di glutine non scatena reazioni allergiche nei celiaci, quali potrebbero essere stati i fattori scatenanti delle reazioni cutanee che si sono manifestate in alcune pazienti?

“Un prodotto cosmetico non contiene mai un unico ingrediente. Una formula ne ha almeno una ventina e, se si sviluppa una reazione allergica, è difficile capire quale sia la causa specifica. Probabilmente le pazienti celiache che hanno manifestato effetti collaterali a causa dell’uso di cosmetici che contengono glutine hanno altri tipi di sensibilizzazione che potrebbero aver causato questi problemi. In ogni caso, la legge italiana riconosce un valore soglia per il contenuto di glutine ammesso per i prodotti alimentari destinati ai celiaci, che corrisponde a 20 ppm (parti per milione).”

Dunque, ha senso etichettare un cosmetico come ‘senza glutine’?

“A questo proposito, risale proprio allo scorso 18 gennaio una pronuncia del Giurì dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (n° 119/2012), in merito alla segnalazione di un’azienda che ha messo in commercio una linea di prodotti cosmetici con una lunga serie di claim: senza conservanti, senza profumo, senza glutine. Di questi il claim ‘senza glutine’ è stato segnalato come ingannevole e, infatti, l’AIC è contraria all’uso di indicazioni sull’idoneità di determinati cosmetici per i pazienti celiaci. L’utilizzo del marchio con la spiga barrata non è consentito per questo tipo di prodotti. In merito alle ricerche più recenti, più che concentrarsi sulla concentrazione di glutine potrebbe dare qualche risultato lo studio degli idrolizzati delle proteine del grano, che sono la parte idrosolubile del glutine e possono avere la funzione di emulsionanti e stabilizzanti. Si parla però sempre di numeri molto limitati: non sono ancora state eseguite indagini estensive.”

Quali sono oggi le misure legislative che tutelano la salute dei consumatori rispetto all’uso dei cosmetici?

“Il 2013 è un anno storico per il settore cosmetico. Finora i cosmetici erano regolati dalla legge 713 del 1986, ma dall’11 luglio va a pieno regime il nuovo regolamento cosmetico 1223/2009, che ha come principale obiettivo la tutela del consumatore. Ciascun prodotto cosmetico dovrà essere dotato del Product Information File (PIF), dossier tecnico e documento di valutazione della sicurezza, redatto e firmato, di volta in volta, da un esperto con competenze tossicologiche, che stilerà il profilo tossicologico del cosmetico in questione. Saranno presi in considerazione i dati sulla dose massima per cui non si presentano effetti collaterali (NOAEL, Not Observed Adverse Effect Level). Questo indicatore, combinato con la modalità d’uso del prodotto, determinerà un ulteriore parametro di sicurezza (MOS, Margin of Safety). A fronte dell’ingente peso economico che ogni azienda dovrà necessariamente affrontare per adeguarsi a questo nuovo regolamento europeo, da luglio in poi i prodotti dovrebbero essere al massimo dei criteri di sicurezza finora sviluppati.”

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