CRONACACULTURA

Errori di grammatica? Li notiamo anche inconsciamente

4806204752_1be3e02175_zCRONACA – “Sto lavorando duro per prepariamo errore il mio prossimo.
Distratto dal telefono, assorbito da un’email, dopo una breve occhiata il nostro cervello sarà comunque in grado di notare gli errori grammaticali presenti nella frase precedente, anche se non ne siamo consapevoli. Secondo un’ipotesi neurolinguistica, la comprensione della sintassi è stata considerata un processo automatico e indipendente, in grado di agire anche al di fuori della coscienza. Una ricerca recentemente pubblicata sul Journal of Neuroscience sembra dare supporto a questa ipotesi con alcune evidenze sperimentali.

Non è sempre facile studiare quali siano le operazioni che possiamo svolgere in modo inconscio, anche perché la natura stessa della coscienza è ancora al centro di un complesso dibattito tra filosofi e neuroscienziati.

Lo studio pubblicato, condotto da due ricercatrici di psicologia della Oregon University, ha cercato di aggirare la coscienza sfruttando un limite della nostra percezione: quando ci viene presentata una sequenza di stimoli molto ravvicinati nel tempo, non siamo in grado di distinguere in modo corretto un elemento se la nostra attenzione è concentrata su qualcos’altro. Questo fenomeno, chiamato attentional blink, comporta dei brevi buchi nella nostra percezione cosciente (si tratta sempre di pochi millisecondi) e può essere utilizzato all’interno di esperimenti per manipolare il nostro livello di consapevolezza.

Le autrici dello studio hanno fatto leggere ai 45 partecipanti della ricerca alcune frasi contenenti un errore sintattico (come “Abbiamo bevuto il brandy di vicino Lisa il fuoco“). In alcuni casi, pochi millisecondi prima dell’errore risuonava un breve bip, che i partecipanti dovevano segnalare; in questa condizione, l’inesattezza grammaticale della frase passava spesso inosservata alla consapevolezza dei soggetti. Ma non al loro cervello. Registrando l’attività cerebrale dei partecipanti con un elettroencefalogramma, le ricercatrici hanno infatti osservato un segnale di risposta agli errori anche quando i partecipanti non erano consapevoli di averli notati.

“Questo lavoro sembra dare nuovo respiro al campo”, commenta Liuba Papeo, ricercatrice di neuroscienze cognitive alla Harvard University, che non ha partecipato allo studio. “La ricerca combina abilmente ciò che già sappiamo sul rapporto tra cervello e sintassi, cioè l’esistenza di alcune componenti elettrofisiologiche che correlano con la sintassi, con un solido paradigma della scienza cognitiva, l’attentional blink.” Il metodo utilizzato, secondo la ricercatrice, potrebbe aiutare a individuare quali sono le componenti che compongono realmente la sintassi.

L’elaborazione della sintassi, considerata una caratteristica unica degli esseri umani che ci consente di creare un’infinita combinazione di elementi dotati di significato, è uno dei compiti più complessi che dobbiamo affrontare quotidianamente per produrre e comprendere il linguaggio. Almeno una parte di questo processo, come altre caratteristiche del linguaggio come la semantica e la fonologia, sembra essere svolta anche in assenza di coscienza dal cervello, il più spietato grammar nazi a nostra disposizione.

Crediti immagine: Artotem, Flickr

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