CRONACA

Sull’importanza del dormir bene

550px-53-aspetti_di_vita_quotidiana,_insonnia,_Taccuino_Sanitatis,CRONACA – Chi dorme poco non piglia pesci. Da oggi il detto suona così. E per continuare l’ormai lunghissima saga de “La nostra vita malsana” aggiungiamo un capitolo relativo al sonno: la luce artificiale, di cui facciamo abbondante abuso serale, influisce negativamente sui nostri ritmi circadiani più di qualsiasi sostanza.

Parole di Charles Czeisler direttore del dipartimento di medicina del sonno presso la Harvard Medical School.

Come era facilmente intuibile i problemi non finiscono con una lieve stanchezza mattutina o con un nervosismo da “ho dormito male”: la deprivazione da sonno ha conseguenze ben più gravi che vanno dall’obesità alla depressione passando per i disturbi cardiaci.

La luce artificiale inibisce i neuroni promotori del sonno e il suo ormone, la melatonina, promuovendo invece quelli responsabili dello stato di veglia. Il risultato è che, in una società che richiede di essere attivi e produttivi 25 ore su 24 e 8 giorni su 7, si faccia uno spropositato uso di luce per illudersi di non aver notato il tramonto del sole e poter continuare ad essere attivi ben più a lungo di quanto fisiologia vorrebbe.

Paradossalmente il picco energetico diurno di veglia, gestito dal nucleo soprachiasmatico responsabile della regolazione circadiana, arriva non a inizio giornata ma verso la fine per darci lo sprint necessario  all’avvento delle tenebre. Il nostro utilizzo di luce spezza il ritmo e inibisce il biologico estinguersi del picco energetico che sfocerebbe in una sana dormita.

L’analisi statistica racconta che le ore di sonno per notte sono in netta diminuzione rispetto a 50 anni fa, e dai dati analizzati dal dottor Czeisler emerge che a livello globale i bambini dormono 1,2 ore in meno rispetto ad un secolo fa. Da qui quel disturbo dell’attenzione di cui sempre di più si sente parlare in ambito scolastico unito a difficoltà di concentrazione e senso costante di affaticamento. Responsabile, seconda solo all’abuso di alchool, degli incidenti stradali, la mancanza di sonno viene oggi inoltre aggiunta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla lunga lista delle possibili cause di cancro.

E le prospettive per il futuro non sono rosee. Il 19% dell’energia elettrica prodotta viene destinata al consumo di luce, pertanto molti governi stanno convertendo i vecchi bulbi ad incandescenza a favore dei meno dispendiosi – in termini energetici – LEDs molto diffusi negli schermi computer, tablet, TV ecc. Un buon proposito quello del risparmio, peccato però che i LEDs emettano prevalentemente luce blu ad onda corta e guarda un po’, le cellule gangliari fotosensibili della retina (ipRGCs) cui è legata la regolazione circadiana, sono sensibili proprio alle onde corte (verde-blu). L’esposizione a questo tipo di luce risulta quindi particolarmente negativa per quanto riguarda la regolazione del sonno. Una soluzione potrebbe essere quella di trovare il modo di selezionare e utilizzare onde luminose come quelle rosso-arancioni, meno impattanti sulla regolazione dei ritmi circadiani.

Non potendo purtroppo contemplare l’opzione di cambiare il nostro ipercinetico stile di vita, spegnendo la luce quando Natura comanda, trovare il modo di garantire una buona qualità del sonno rimane un’imperativo fondamentale per il nostro benessere psico-fisico. Come sosteneva lo scrittore francese Frédéric Dard, “per essere felici bisogna dormire molto e defecare bene. L’insonne e suo cugino lo stitico, sono i dannati della terra”.

Crediti immagine: pubblico dominio, Wikimedia Commons

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Anna Sustersic
Mi occupo di comunicazione scientifica legata principalmente a temi di conservazione della natura e attualmente collaboro in Tanzania con PAMS Foundation sviluppando un progetto dedicato all’uso della comunicazione per la promozione della coesistenza fra uomo a fauna selvatica. Dopo il dottorato in Scienze ambientali, ho ho conseguito un master in comunicazione della scienza presso la SISSA di Trieste con una tesi sulla sensibilizzazione dei giovani alle tematiche scientifiche. Ho lavorato come educatore ambientale presso diverse aree protette. Successivamente mi sono interessata alla scrittura come mezzo per la divulgazione scientifica legata a temi naturalistici/conservazionistici. In quest’ambito sono stata collaboratrice e consulente presso musei scientifici, testate giornalistiche nazionali e internazionali, aree protette, case editrici scolastiche e Istituzioni trattando temi legati alla natura e alla sua tutela. Ho scritto diversi libri e guide per sensibilizzare e divulgare temi legati all’ambiente e la sua tutela: "L’anima Perduta delle Montagne" (Idea Montagna – 2019) e, con Filippo Zibordi, "Sulla Via dell’orso. Un racconto Trentino di uomini e natura" (Idea Montagna, 2016) e "Parco Adamello Brenta – Geopark" (PNAB – 2018).