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Cervelli all’asta

ECONOMIA – Modesta proposta, per dirla con il reverendo Swift: invece di regalare ad altri paesi cervelli la cui formazione è costata ai contribuenti dai  250 mila euro in su, perché non venderli o noleggiarli al miglior offerente?

Niente da ridire quando gli studenti più brillanti di uno dei massimi specialisti della malaria, come Mario Coluzzi, vanno a lavorare nel Burkina Faso. Al contrario. Ma se un paese ha i mezzi per formare i propri ricercatori, perché lasciargli scroccare quelli altrui? L’Italia potrebbe usare il modello teorizzato dal giurista americano Richard Posner per gli orfani: assegnare il diritto di acquistarli al miglior offerente che li tratterà bene dovendo “valorizzare il proprio investimento iniziale” per mirare alla “massimizzazione della ricchezza”.

Il modello è rimasto teorico, forse il libero mercato ha un cuore dopotutto. Ma si può adattarlo, come dimostra il caso del governo russo e di Davide Proserpio. Brillante (e modesto e gentilissimo) chimico teorico all’Università statale di Milano e al CNR, è un’autorità in materia di relazioni topologiche e matematiche nei sistemi cristallini supramolecolari. Ha partecipato a un’asta organizzata dalla Russia. Dopo decenni di degrado e fuga massiccia di cervelli scientifici e non, il presidente Medvedev aveva deciso di tamponare alcune falle con l’iniziativa “Attracting Leading Scientist to Russian Educational Institutions“.

Su 720 stranieri che si erano messi “sul mercato”, la Russia ne ha noleggiati 42 di cui Davide. Collaborava da anni con Vladislav Blatov, dell’Università di Samara e con lui creerà il “Centro di scienza teorica dei materiali” che dirigerà per tre anni. Siccome un “investimento iniziale” di 2,1 milioni di euro su un paio di teorici è piuttosto ragguardevole, il Centro dovrebbe essere “valorizzato” per parecchio tempo.

Ringraziamo Roald Hoffmann per la notizia e concordiamo con lui: la nostra proposta non è granché, tanto più in un paese che da 20 anni taglia i fondi per la ricerca di base.

(1) In Economic Analysis of Law. Scherzi a parte, per una critica di questa “filosofia morale”, si veda”The outrageous pragmatism of Judge Richard Posner“; per gli “investimenti” economici, legali e sociali necessari alla ricerca, si veda Science. The Endless Frontier.

Foto: Davide Proserpio

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