LA VOCE DEL MASTER

Le specie “ponte” e la biodiversità

Crediti immagine: GreenmarlinLA VOCE DEL MASTER – “Culla e museo della diversità”. Questa è la più poetica definizione di quel tratto di mare che si estende nella zona tropicale e che sarebbe all’origine della biodiversità sulla Terra. La diversità delle specie viventi è frutto di un processo di origine, estinzione e migrazione, ma il meccanismo che la governa è ancora scarsamente spiegato. Secondo una ricerca condotta dal gruppo dell’Università di Chicago, la diversificazione delle specie partirebbe ai confini delle zone tropicali, guidata dalle specie definite “ponte”. Queste ultime acquisiscono nuovi caratteri e si adattano, in seguito alla migrazione dalla zona tropicale verso aree più fredde.

La ricerca, pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences, mostra che il 95 % dei generi che sono presenti sia nella zona tropicale che in quella extra-tropicale ha almeno una specie-ponte in comune. A sostegno di ciò, vi è anche la dimostrazione che le attuali specie-ponte discendono da specie tropicali fossili.

Lo studio  è stato condotto tramite l’osservazione di molluschi bivalve perché con le 8000 specie viventi assicurano un numero elevato di campioni. I ricercatori, inoltre, hanno avuto ampia disponibilità di fossili da confrontare con le specie attuali. Ciò ha permesso di seguire la dinamica della diversificazione delle specie per circa 12 milioni di anni.

La ricerca ha individuato i fattori che determinano il successo di un gruppo, tra gli organismi che hanno un antenato in comune, nel generare una specie-ponte. Il fattore principale è la dimensione del corpo, che spesso è correlato con la fecondità della specie. I gruppi con  maggior diversificazione di specie, sarebbero i migliori candidati per generare una specie-ponte. Infine, anche la dispersione geografica di un gruppo è un elemento determinante, perché la colonizzazione di aree differenti è una forma di protezione dall’estinzione.

Sarà la biologia molecolare che confermerà con certezza i risultati del presente studio, perché dirà come sono correlate, dal punto di vista genetico, le specie che vivono al confine dell’area tropicale.

Nel frattempo, sarà la rarità delle specie-ponte – se ne conta una al massimo due per ogni linea evolutiva – ad evidenziare il ruolo chiave svolto da questo passaggio evolutivo.

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.