CRONACACULTURA

Orecchio assoluto, ma non troppo

4329908160_9c2ce3a868_zCRONACA – Una capacità rara, che sembra riguardare soltanto una persona su 10.000 nel mondo occidentale. I fortunati che possono vantare un orecchio assoluto sono in grado di riconoscere una nota musicale anche senza doverla confrontare con un ulteriore suono di riferimento. All’origine di questa capacità sta probabilmente la presenza di precise rappresentazioni sonore che si formano nei primi anni di vita e che rimangono invariate nel tempo. O almeno così si credeva. È infatti proprio la rigidità di queste categorie mentali a essere messa in discussione da un nuovo studio, pubblicato su Psychological Science.

Se si trascura una piccola variabilità dovuta soprattutto a cambiamenti nel sistema uditivo periferico, le persone dotate di orecchio assoluto mostrano una notevole stabilità nel riconoscimento delle note musicali. Cosa sta alla base di questa consistenza, una rigida mappa percettiva o l’esposizione durante la vita a un repertorio di suoni piuttosto uniforme?

Tre ricercatori della University of Chicago hanno cercato di verificare se l’esperienza musicale possa influenzare le categorie sonore e il riconoscimento delle note in persone dotate di orecchio assoluto. Raccolto un gruppo di partecipanti con questa caratteristica, gli scienziati hanno poi escogitato un piccolo trucco: hanno modificato un brano musicale in modo costante ma impercettibile, in modo tale che alla fine della trasformazione l’altezza delle note risultasse spostata di 33 cent (circa un terzo di semitono). L’ascolto della musica alterata per un tempo limitato, riportano gli autori della ricerca, è stato sufficiente per mettere in crisi l’orecchio assoluto dei partecipanti, modificando il loro riconoscimento delle note in un semplice test di classificazione.

I risultati dello studio, sostengono i ricercatori, suggeriscono per la prima volta l’esistenza di una forma plasticità nelle rappresentazioni delle note musicali nelle persone dotate di orecchio assoluto. Non basta quindi che si formino precise categorie sonore nei primi anni di vita; queste devono anche essere mantenute grazie all’ascolto di musica con precise caratteristiche di intonazione.

Crediti immagine: Horia Varlan, Flickr

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