CRONACA

L’astronomia si fa in crowdfunding

cristina17.7_immagine Arkyd-100CRONACA – “29 dollari per ottenere la vostra immagine proiettata nello spazio con la terra come sfondo”. È con questo slogan che una società americana ha acceso la miccia che ha portato in meno di un mese a raccogliere un milione di dollari per finanziare una nuova missione spaziale, Arkyd-100, prevista per il 2015.

La società in questione è la Planetary Resources, un’azienda nata nel 2010 che si occupa di sviluppare tecnologie per l’estrazione mineraria da asteroidi. L’idea di marketing è semplice: utilizzare il crowdfunding, cioè il finanziamento dal basso, attraverso le donazioni di singoli individui o gruppi di persone. Per farlo, la società si è appoggiata a Kickstarter, sito web leader mondiale per il crowdfunding, che in soli tre anni – dal 2009 al 2012 – ha permesso la condivisione di circa 70.000 progetti in cerca di finanziamento.

Kickstarter funziona in questo modo: coloro che hanno un progetto in cerca di fondi lo inseriscono nella piattaforma, scelgono una data di scadenza e un minimo di fondi da raggiungere. Se il minimo prescelto non viene raggiunto entro la scadenza, i fondi non vengono raccolti.

Utilizzando questo sistema, la Planetary Resources ha messo a disposizione alcuni “pacchetti”, che a seconda del prezzo offrono diverse possibilità all’offerente, oltre alla sensazione di contribuire direttamente all’esplorazione dell’universo. Si parte ad esempio da una piccola donazione di 10 dollari – circa 8 euro – che permette l’accesso alla community di foto, video e aggiornamenti direttamente dal satellite, fino a un massimo di 250 dollari, grazie ai quali si acquisisce il diritto di essere “private astronomer”, potere cioè utilizzare i telescopi della società per scattare autonomamente le proprie foto dell’universo. Ma l’offerta che tra le altre ha attratto la maggior parte delle persone a partecipare alla raccolta fondi è certamente l’occasione a 29 dollari di possedere una propria fotografia nello spazio, con la Terra come sfondo. È sufficiente infatti spedire al Planetary Resources una nostra foto e loro provvedono a inviarla al telescopio spaziale in orbita, che riscatta a sua volta la nostra fotografia, stavolta con la Terra come background.

L’iniziativa, lanciata il 31 maggio scorso, si era prefissata di raccogliere il fatidico milione di euro entro il 30 giugno, ma la realtà ha decisamente superato le aspettative: il 19 giugno l’obiettivo era già stato raggiunto, e ad oggi si contano altri 500.000 dollari, grazie a più di 17.000 donazioni complessive.

Crediti immagine: Iac74205, Wikimedia Commons

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.