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Industrie pericolose

1AMBIENTE – Sono 1.142 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) presenti in Italia. Secondo l’ultimo rapporto realizzato dall’Ispra in collaborazione con il ministero dall’Ambiente, oltre il 50% degli stabilimenti pericolosi tipo “Seveso” si concentra in quattro regioni del nord: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.

Nel complesso le industrie a rischio, sparse un po’ in tutta Italia, interessano 756 comuni, il 9% del totale. Ben 40 comuni ospitano sul loro territorio 4 o più stabilimenti RIR. In testa alla classifica troviamo Ravenna con 26 stabilimenti, seguita da Venezia (15), Genova (14), Trecate (10), Napoli, Livorno e Brindisi (9).

In tutte le province italiane, fatta eccezione per Macerata, c’è almeno uno stabilimento a rischio. Concentrazioni pericolose (più di 20 stabilimenti RIR) interessano soprattutto il nord, in particolare le province di Milano (69 stabilimenti), Brescia (45), Ravenna (37), Novara (28), Varese (28), Venezia (26), Torino (24), Vicenza (22), Alessandria (22) e Bologna (20). Al centro e al sud, superano la soglia di allerta solo le province di Roma (26), Frosinone (21) e Napoli (33). Il rapporto sottolinea la presenza di aree di particolare concentrazione di stabilimenti RIR in prossimità dei poli petrolchimici e di raffinazione, per esempio Trecate, Porto Marghera, Ravenna, Ferrara, Gela, Priolo, Brindisi, Taranto, Porto Torres e Sarroch .

Ma che cosa “producono” gli stabilimenti a rischio? Tra le tipologie più diffuse, troviamo i petrolchimici (25%), i depositi di gas liquefatti (24%) e le industrie galvanotecniche (11%).

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